25 Aprile 2018: la Festa della Liberazione all’insegna dei giovani, della lotta contro la violenza sulle donne e dell’antifascismo

Rho, 26 aprile 2018Il 25 Aprile 2018 è stato festeggiato con la grande partecipazione dei cittadini, che hanno gremito piazza San Vittore, ma soprattutto dalle ragazze e dai ragazzi e alcune novità che hanno reso la Festa della Liberazione una...
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26 April 2018

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Rho, 26 aprile 2018

Il 25 Aprile 2018 è stato festeggiato con la grande partecipazione dei cittadini, che hanno gremito piazza San Vittore, ma soprattutto dalle ragazze e dai ragazzi e alcune novità che hanno reso la Festa della Liberazione una vera fonte di riflessione e coinvolgimento.

Oltre alla consueta cerimonia costituita dal corteo e la deposizione delle corone presso la cappella Sacrario dei Caduti, Sacrario dei Partigiani e il monumento ai Caduti per la Resistenza, quest’anno si è svolta l’inaugurazione della terza panchina rossa, simbolo della lotta contra la violenza sulle donne, dedicata a Onorina Brambilla Pesce detta Nori e a tutte le Partigiane presso lo stesso Parco intitolato al marito Giovanni Pesce, comandante partigiano, medaglia d’oro al valor militare

All’arrivo  del corteo in piazza San Vittore, sono iniziati i discorsi celebrativi che hanno visto salire sul palco anche le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di 1° grado Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi, Medaglie d'oro, Melchiori, che hanno condiviso i loro pensieri sulla Resistenza e i Partigiani, frutto del progetto di storia locale seguito dalle scuole con l’ANPI di Rho e la Biblioteca Popolare.

Pur non potendo essere fisicamente a Rho per impegni precedenti, Tiziana Pesce ha voluto comunque essere presente inviando le sue parole di apprezzamento per l’attenzione rivolta anche a sua madre con la dedica della panchina rossa a lei e a tutte le Partigiane. Le sue parole sono state lette da Alfonso Airaghi dell’ANPI di Rho. (testo completo a fine comunicato)

Dopo le toccanti parole di Tiziana Pesce, è stata la volta del Presidente dell’ANPI Rho, Mario Anzani, che con emozione ha esposto il suo coinvolgente discorso sui valori della Resistenza e dell’importanza della presenza dei giovani.

Come tradizione, prima di concludere con il canto Bella Ciao e l’Inno di Mameli, il Sindaco di Rho Pietro Romano ha fatto il suo atteso discorso, durante il quale ha rivelato che il 10 maggio 1924 la Città Rho aveva conferito la Cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, ma che ritiene “sia doveroso revocare tale delibera formalmente  ancora in vigore no solo perché incompatibile con il conferimento della cittadinanza onoraria a Giovanni Pesce ma anche e soprattutto perché è indispensabile prendere in ogni modo le distanze dell’ideologia fascista  che racchiude in sé l’esatto contrario dei valori insiti nella nostra Costituzione.

Testo integrale del discorso del Sindaco di Rho, Pietro Romano

 “Care Concittadine, cari Concittadini.

È per me motivo di orgoglio e soddisfazione vedervi qui oggi, come ogni anno, numerosi a ricordare insieme la ricorrenza del 25 aprile. Autorità civili e militari, partigiani e reduci, rappresentanti delle istituzioni scolastiche, delle associazioni combattentistiche e d’arma, a tutti Voi porgo un cordiale saluto e rivolgo un particolare ringraziamento per aver accolto l’invito a partecipare.

Un grazie speciale all’ANPI, anche quest’anno anima delle manifestazioni  legate a questa celebrazione, grazie per l’infaticabile impegno e la costante dedizione che permettono di vivere momenti come questi e di conservare sempre vivo il ricordo del sacrificio dei nostri Martiri, cittadini di Rho, Alfonso Chiminello, Alvaro Negri, Pasquale Perfetti e Luigi Zucca, come segno indelebile dell’amore per la libertà dei popoli a favore di una società libera, giusta e democratica.

Grazie anche al Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale, che ci regala emozionanti note a ricordo di un passato che ci è sempre vicino, presente nella memoria e nel cuore, ed ai ragazzi  delle nostre scuole per l’appassionata interpretazione che tocca nel profondo le nostre coscienze per l’inserimento profuso nell’inno di Mameli da loro cantato.

Quest’anno il panorama delle iniziative  si è arricchito con un’importante, significativo evento: lo scorso 22 febbraio, nel centenario della nascita di Giovanni Pesce, comandante partigiano, medaglia d’oro al valore militare, l’Amministrazione Comunale e l’ Anpi hanno voluto ricordare il suo grande e prezioso impegno per la libertà e la lotta antifascista con l’intitolazione a suo nome, per onorarne la memoria, del giardino pubblico di Corso Europa angolo Via Ratti. Questo momento è stato il giusto seguito al conferimento  della cittadinanza onoraria della città di Rho, avvenuta con deliberazione del Consiglio Comunale nel 2005, quale riconoscimento per l’impulso che – nell’autunno 1944, a capo della 106a brigata Garibaldi Sap – egli diede allo sviluppo della Resistenza antifascista nelle città e nella zona di Rho.

Nello stesso parco oggi abbiamo posto un altro importante segno. La “panchina rossa” simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, intitolata ad Onorina Brambilla Pesce ed alle altre donne Partigiane. Un’altra personalità di spicco  nella lotta partigiana che ha anche aderito ai “Gruppi di difesa della donna” i GDD che, tra l’altro, avevano lo scopo di combattere contro ogni tipo di sfruttamento delle donne, per la loro uguaglianza e dignità.  Anche questo la Resistenza ci ha insegnato.

Sono questi segni importanti per una Città che vuole continuare a proclamarsi Antifascista e che ha nel proprio DNA i principi ed i valori della Resistenza.

 A proposito di segni ho recente scoperto  che il 10.5.1924 la Città Rho aveva conferito la Cittadinanza onoraria a Benito Mussolini  “in segno di omaggio e gratitudine verso il grande uomo che salvò l’Italia dallo sfascio e la guida ai più alti destini” così si legge nella relativa motivazione.

Penso quindi che sia doveroso revocare tale delibera formalmente  ancora in vigore no solo perché incompatibile con il conferimento della cittadinanza onoraria a Giovanni Pesce ma anche e soprattutto perché è indispensabile prendere in ogni modo le distanze dell’ideologia fascista  che racchiude in sé l’esatto contrario dei valori insiti nella nostra  Costituzione. Il Consiglio Comunale sarà a breve chiamato a cancellare questo oltraggio ai nostri Partigiani ed alla nostra Città.

Un atto simbolico, certo, ma pieno di significato. Un modo per contrastare i rigurgiti fascisti e antidemocratici che purtroppo oggi in molti casi paiono essere sdoganati quasi normali e che trovano apparente giustificazione nell’egoismo individuale contrapposto al valore della solidarietà. E un modo per continuare  festeggiare il 25 aprile, che resta  e deve restare un giorno fondamentale per la storia della Repubblica Italiana e per la libertà del paese. Il 25 aprile è l’anniversario della vittoria armata partigiana e popolare  contro le truppe di occupazione naziste tedesche e contro i loro fiancheggiatori fascisti della repubblica sociale italiana,  una storia che tutti conosciamo per averla studiata, letta sulle epigrafi dei monumenti che ricordano o che l’hanno vissuta e interpretata, lasciando una traccia indelebile: la propria vita.

Il giorno del ricordo e della celebrazione della Liberazione nel quale ci stringiamo accanto ai tanti militari che dissero no al fascismo e che per questo pagarono il prezzo altissimo e tragico della deportazione e della morte.

Ricordiamo oggi anche tutti coloro  che vollero resistere alla sopraffazione, anche senza armi; il contributo di quel popolo, formato anche da moltissime donne, che tanto aiuto diede ai nostri partigiani , nutrendoli, offrendo loro un riparo, un conforto, spesso restando nell’anonimato e correndo pericoli altissimi per sé e per le proprie famiglie.

All’indomani del 25 aprile 1945 non c’erano solo casa distrutte, le fabbriche rase al suolo, migliaia di sfollati in fuga al fronte di guerra, milioni di disoccupati, e l’Italia da ricostruire non era solo quella materiale. L’Italia visse in quel tragico, dolorosissimo periodo storico, una tragedia nazionale da cui seppe risorgere ce un paese libero e democratico, animata da valori di pace; di libertà, di solidarietà  e di giustizia che trovarono la loro più elevata espressione nella Costituzione Repubblicana.

La Costituzione, di cui quest’anno ricorre il 70simo anniversario, recepisce quelle aspirazioni, rappresenta l’eredità morale della Resistenza e nella quale tutti dobbiamo riconoscerci per l’universalità dei valori che essa sancisce, che sono propri della nostra identità nazionale e costituiscono altresi’ le basi di quel progetto di cooperazione e di sviluppo che è oggi l’Unione Europea.

E’ davvero un onore per me partecipare, nella veste di Sindaco, a questa cerimonia, per commemorare i caduti per la Liberazione , uomini e donne che hanno lottato per affermare in Italia i valori della democrazia e delle libertà contro gli orrori del totalitarismo  nazifascista, Per ricordare il debito di gratitudine che la mia generazione ha nei confronti di coloro che si sono battuti per il riscatto e la rinascita dell’Italia. Quei giovani, tanti che partecipano alla Liberazione e trovarono nell’amor patrio e nella sete di libertà e democrazia la forza di superare le divisioni dovute a cultura, appartenenza sociale, religione, ideali, convinzioni politiche diverse.

Partecipare alle manifestazioni del 25 aprile non è quindi per me solo un dovere istituzionale ma è opportunità per rinnovare il mio essere Antifascista.

Viva l’Italia! Viva la Resistenza! Viva il 25 aprile , la festa di tutti gli italiani, che amano la libertà.”

 

 

Lettera di Tiziana Pesce alla Città di Rho

Per prima cosa voglio augurare a tutti “Buon 25 aprile”!

Non lo dico in modo retorico, questa è una data molto importante: la fine della dittatura e l’inizio della libertà per il nostro Paese. Noi, le generazioni venute dopo, possiamo solo immaginare cosa rappresentò per i partigiani e resistenti tutti quel giorno, quando sentirono il profumo della libertà, sciogliersi il peso della guerra dai loro cuori.

Quel 25 aprile del 1945 i miei genitori non erano insieme: mio padre organizzava in Milano la lotta finale mentre mia madre era ancora prigioniera nel campo di concentramento di Bolzano. Questione di pochi giorni: il 1° maggio fu libera anche lei.

E la libertà le mise addosso una tale energia, una tale gioia che non attese un secondo di più e insieme ad altri deportati si incamminò per tornare a Milano e riabbracciare la sua famiglia e il suo Visone.

E’ quindi per me molto emozionante oggi l’intitolazione di questo giardino ad entrambi, a ricordare che dove c’era Visone c’era Sandra, dove c’era Giovanni c’era Nori. Compagni nella lotta e nella vita. Compagni nel porre le proprie vite coraggiosamente a disposizione del futuro dell’umanità, del nostro Paese.

In questo giardino verrà anche collocata una panchina rossa in ricordo delle Donne Partigiane: furono tantissime, in prima linea ancora prima che ufficialmente nascesse la Resistenza, fin dall’8 settembre quando agirono immediatamente per salvare i giovani soldati sbandati, nascondendo le loro divise e donandogli abiti borghesi. Può sembrare un gesto semplice, ma nel clima di terrore generato dall’invasione nazista e dalla continuazione della guerra fu, invece, un gesto profondamente eroico.

Quell’8 settembre le donne decisero di uscire dal ruolo in cui il fascismo le aveva obbligate e costrette e iniziarono a lottare per la loro indipendenza, per la loro partecipazione attiva alla società, al mondo.

Da quest’anno, ogni 25 aprile, verranno poste, in diversi luoghi di Rho, altre panchine rosse in ricordo dei femminicidi. Un gesto che ritengo essere molto importante e che spero, caldamente, porti ad una sensibilizzazione sempre maggiore fino al punto in cui non ci sarà più bisogno di ricordare questo dramma perché non farà più parte del DNA della nostra società. “

 

 

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