Descrizione
In questo periodo di didattica online, la scuola si è dovuta trasformare ed adattare all’emergenza. Lanciamo quindi la rubrica ‘Didattica di vicinanza’ per raccontare esempi e storie di come maestre, professoresse ed educatori abbiano inventato nuovi percorsi didattici, nuovi modi per stare vicino ai propri alunni, per tenere legami e connessioni nonostante la distanza.
Iniziamo con il racconto della maestra Natalia Aurora Rosselli della scuola dell’Infanzia di via dei Ronchi che ci si è impegnata ‘per aiutare i bimbi a continuare a brillare, come possono, come vogliono, anche in questo momento difficile’. Ecco la sua storia:
“Da un giorno all’altro, mi sono ritrovata a strutturare, con gli strumenti tecnologici che avevo a disposizione, una didattica per la Scuola dell’Infanzia che fosse DI SENSO, il più possibile CONCRETA E TANGIBILE, e alla portata dei bambini che pochi giorni prima avevo salutato, pensando di rivederli dopo pochi giorni, e che invece non ho ancora rivisto e probabilmente per quest’anno non rivedrò.
Lo strappo improvviso che abbiamo ricevuto, tutti quanti, è ben diverso da un addio o da un arrivederci dato a giugno, a scuola finita, da un saluto coltivato nella gioiosa prospettiva di vacanze meritate dopo percorsi svolti e terminati, e anche nella stanchezza di fine anno e la voglia di riposare un po’, finalmente. Lo strappo è arrivato nel mezzo della strada e ci ha lasciato, tutti, a bocca aperta e un po’ allibiti. I miei alunni mi mancano, sinceramente, penso spesso a ognuno di loro e al tragitto svolto fino a quel venerdì. Così, mio malgrado, la tecnologia è diventata l’unico strumento per non farli sentire abbandonati di punto in bianco e in questo ci trovo fondamenti pedagogici ed etici di sostanza.
Molte di noi, oltre ad aver appurato di lavorare con un gruppo di insegnanti coeso e collaborativo, si sono attivate per sperimentare metodologie sconosciute e paventate fino a poco prima. Ognuno con le proprie risorse, ognuno come poteva, ha messo in gioco sé stessa nell’ottica già citata di dare ai nostri bambini proposte semplici, ma concrete e di senso, mettendoci le nostre facce e raggiungendoli dentro alle mille situazioni della realtà di ciascuno.
Sappiamo che possono esserci mille e sconosciute situazioni di dolore, di sofferenza e impotenza, che possono rendere vane e magari fastidiose le mie proposte. In questo tempo di sospensione di tanti obblighi, il mio vuole solo davvero essere un modo per farmi sentire vicino a tutti coloro che nella scuola hanno sempre trovato una valida risorsa, senza imporre nulla. Per aiutare i miei bimbi a continuare a brillare, come possono, come vogliono, anche in questo momento difficile. Ricordando alle famiglie che noi ci siamo, ma che l’epidemia ha voluto, in una società dove spesso l’educazione è delegata alla scuola, che in questo tempo siano i genitori a rimboccarsi le maniche e a farla dentro casa, la scuola. Con l’offerta del nostro aiuto.”
Aggiunge anche delle riflessioni per i colleghi:
• Pensiamo a proposte adatte a tutti i bambini: con attività che non richiedano una prestazione ma che ognuno possa ricevere dando ciò che può (le storie, certi giochi, le attività manipolative, espressive…); proposte adatte alle diverse età, possiamo selezionarne alcune o adattare la stessa attività alle possibilità dei bambini; proposte per i bambini che hanno bisogno di personalizzazione, di una diversa presentazione e modulazione dei vari passaggi d’azione.
• Troviamo il modo di sostenere reciprocamente la nostra motivazione a continuare, senza farci prendere dallo sconforto, anche se la situazione ci sconcerta ed è molto diversa dalla scuola reale. Oltre a contare sul gruppo come agente di sostegno reciproco, a valorizzare i talenti e le competenze di ogni insegnante, curiamo il contatto diretto e il feedback che ci può venire dai bambini e dalle famiglie rispetto a quello che proponiamo. Raccogliamo i lavori e produciamo una documentazione che inseriamo nelle nostre aule virtuali.
• Concentriamo il lavoro prima di tutto sulle percezioni dei bambini, su come stanno vivendo questo momento, sui loro stati d'animo, soprattutto su come sta cambiando la loro percezione man mano che passano i giorni. La letteratura per l'infanzia ci offre un gancio per poter parlare con i nostri piccoli delle loro emozioni. Gradualmente, possiamo introdurre anche esperienze divertenti, ludiche, esplorative e attive che ci aiutino a star bene, a vivere e imparare. Sta alla nostra sensibilità capire quando e come farlo. Ed è meglio seguire un filo che ricolleghi le esperienze perché non siano frammentate e occasionali.
• Investiamo molto sulla lettura. In primis, la voce della maestra. Qualcosa di tangibile che ci riporta alla concretezza del corpo. E tutte le implicazioni didattico-educative che l' "evento lettura" comporta. È l'occasione per fare una bella selezione di testi validi, catturare i bambini con la bellezza delle parole e delle immagini, proporli all'attenzione del bambino, accompagnarlo così nella crescita, nella formazione di una coscienza critica. Facciamo laboratori attivi in piattaforma, sostenendo, affiancando, incoraggiando passo passo i bambini, gratificandoli per il lavoro svolto. Accrescere la fiducia. Per quanto possibile, come a scuola.
• La grande arte, poesia, musica, pittura...è sempre la via migliore per accedere all'animo umano e anche a quello infantile. Esprimendosi i bambini liberano se stessi oltre ad apprendere e star bene.
• Non pretendiamo di portare a termine un programma iniziato in presenza; viviamo i limiti e la consapevolezza che i genitori non sono insegnanti e hanno anche la quotidianità familiare da gestire.
Iniziamo con il racconto della maestra Natalia Aurora Rosselli della scuola dell’Infanzia di via dei Ronchi che ci si è impegnata ‘per aiutare i bimbi a continuare a brillare, come possono, come vogliono, anche in questo momento difficile’. Ecco la sua storia:
“Da un giorno all’altro, mi sono ritrovata a strutturare, con gli strumenti tecnologici che avevo a disposizione, una didattica per la Scuola dell’Infanzia che fosse DI SENSO, il più possibile CONCRETA E TANGIBILE, e alla portata dei bambini che pochi giorni prima avevo salutato, pensando di rivederli dopo pochi giorni, e che invece non ho ancora rivisto e probabilmente per quest’anno non rivedrò.
Lo strappo improvviso che abbiamo ricevuto, tutti quanti, è ben diverso da un addio o da un arrivederci dato a giugno, a scuola finita, da un saluto coltivato nella gioiosa prospettiva di vacanze meritate dopo percorsi svolti e terminati, e anche nella stanchezza di fine anno e la voglia di riposare un po’, finalmente. Lo strappo è arrivato nel mezzo della strada e ci ha lasciato, tutti, a bocca aperta e un po’ allibiti. I miei alunni mi mancano, sinceramente, penso spesso a ognuno di loro e al tragitto svolto fino a quel venerdì. Così, mio malgrado, la tecnologia è diventata l’unico strumento per non farli sentire abbandonati di punto in bianco e in questo ci trovo fondamenti pedagogici ed etici di sostanza.
Molte di noi, oltre ad aver appurato di lavorare con un gruppo di insegnanti coeso e collaborativo, si sono attivate per sperimentare metodologie sconosciute e paventate fino a poco prima. Ognuno con le proprie risorse, ognuno come poteva, ha messo in gioco sé stessa nell’ottica già citata di dare ai nostri bambini proposte semplici, ma concrete e di senso, mettendoci le nostre facce e raggiungendoli dentro alle mille situazioni della realtà di ciascuno.
Sappiamo che possono esserci mille e sconosciute situazioni di dolore, di sofferenza e impotenza, che possono rendere vane e magari fastidiose le mie proposte. In questo tempo di sospensione di tanti obblighi, il mio vuole solo davvero essere un modo per farmi sentire vicino a tutti coloro che nella scuola hanno sempre trovato una valida risorsa, senza imporre nulla. Per aiutare i miei bimbi a continuare a brillare, come possono, come vogliono, anche in questo momento difficile. Ricordando alle famiglie che noi ci siamo, ma che l’epidemia ha voluto, in una società dove spesso l’educazione è delegata alla scuola, che in questo tempo siano i genitori a rimboccarsi le maniche e a farla dentro casa, la scuola. Con l’offerta del nostro aiuto.”
Aggiunge anche delle riflessioni per i colleghi:
• Pensiamo a proposte adatte a tutti i bambini: con attività che non richiedano una prestazione ma che ognuno possa ricevere dando ciò che può (le storie, certi giochi, le attività manipolative, espressive…); proposte adatte alle diverse età, possiamo selezionarne alcune o adattare la stessa attività alle possibilità dei bambini; proposte per i bambini che hanno bisogno di personalizzazione, di una diversa presentazione e modulazione dei vari passaggi d’azione.
• Troviamo il modo di sostenere reciprocamente la nostra motivazione a continuare, senza farci prendere dallo sconforto, anche se la situazione ci sconcerta ed è molto diversa dalla scuola reale. Oltre a contare sul gruppo come agente di sostegno reciproco, a valorizzare i talenti e le competenze di ogni insegnante, curiamo il contatto diretto e il feedback che ci può venire dai bambini e dalle famiglie rispetto a quello che proponiamo. Raccogliamo i lavori e produciamo una documentazione che inseriamo nelle nostre aule virtuali.
• Concentriamo il lavoro prima di tutto sulle percezioni dei bambini, su come stanno vivendo questo momento, sui loro stati d'animo, soprattutto su come sta cambiando la loro percezione man mano che passano i giorni. La letteratura per l'infanzia ci offre un gancio per poter parlare con i nostri piccoli delle loro emozioni. Gradualmente, possiamo introdurre anche esperienze divertenti, ludiche, esplorative e attive che ci aiutino a star bene, a vivere e imparare. Sta alla nostra sensibilità capire quando e come farlo. Ed è meglio seguire un filo che ricolleghi le esperienze perché non siano frammentate e occasionali.
• Investiamo molto sulla lettura. In primis, la voce della maestra. Qualcosa di tangibile che ci riporta alla concretezza del corpo. E tutte le implicazioni didattico-educative che l' "evento lettura" comporta. È l'occasione per fare una bella selezione di testi validi, catturare i bambini con la bellezza delle parole e delle immagini, proporli all'attenzione del bambino, accompagnarlo così nella crescita, nella formazione di una coscienza critica. Facciamo laboratori attivi in piattaforma, sostenendo, affiancando, incoraggiando passo passo i bambini, gratificandoli per il lavoro svolto. Accrescere la fiducia. Per quanto possibile, come a scuola.
• La grande arte, poesia, musica, pittura...è sempre la via migliore per accedere all'animo umano e anche a quello infantile. Esprimendosi i bambini liberano se stessi oltre ad apprendere e star bene.
• Non pretendiamo di portare a termine un programma iniziato in presenza; viviamo i limiti e la consapevolezza che i genitori non sono insegnanti e hanno anche la quotidianità familiare da gestire.
Video
Photo gallery
A cura di
Con l'App è meglio!
Sapevi che puoi leggere questo Avviso anche sull'App ufficiale del comune?
Last edit: 14/05/2020 08:54:03