Descrizione
Il Tourist Infopoint di piazza San Vittore ha realizzato un nuovo opuscolo che si aggiunge a quelli dedicati al Palazzo comunale, a Villa Burba, al Teatro Civico de Silva, a Villa Scheibler. E’ dedicato a Casa Ayzaga Magnaghi, il complesso architettonico tra le vie De Amicis e Madonna particolarmente caro a molti rhodensi.
C’è chi lo conosce nel dettaglio, perché frequenta le realtà associative e musicali che lì hanno sede e chi, passando da via De Amicis, sbirciando dalla cancellata, si chiede quanti segreti nasconda la storia di giardino e costruzioni. Ebbene, il nuovo opuscolo ne rivela parecchi.
Si parte dalla dominazione spagnola, durata dal 1535 al 1713. Fu il Marchese Pedro de Ayzaga , che rivestiva la carica di Ragioniere Generale, ad acquistare tra il 1626 e il 1628 la Casa da Nobile con fronte su Via alla Madonna, cui è annessa una “casa da massaro” con “ortazzo” e giardino su Via De Amicis, e a trasformarla in uno dei punti di riferimento cittadino. Poco più tardi arrivarono nell’antico borgo i Visconti, che diedero vita al complesso oggi chiamato Villa Banfi.
Nel 1723 la proprietà passò a Giuseppe Valeriano Sfondrati Conte della Riviera, appartenente a un’antica e nobile famiglia originaria di Cremona. Poi, nel 1856, il catasto rileva il passaggio alla nobile famiglia di Don Alberto De Mojana Signore di Colonia, a quanto pare di origine ispanica: fu lui a costruire le due torrette che dalle estremità dell’edificio dominano il giardino.
Il Cavalier Davide Magnaghi acquistò la dimora pochi anni dopo la morte di Don Alberto De Mojana, nel secondo decennio del ‘900. Acquistò anche, negli anni Trenta, una villa situata in località Certosa di Varese “Campo dei fiori”. In seguito alla tragica morte del figlio Siro, l’11 marzo 1938 donò al Comune di Rho questa villa con tutto l’arredamento e ampi appezzamenti di terreno, da adibire a colonia alpina elioterapica, sia estiva che invernale, per i bambini bisognosi. Alla sua morte, nel 1966, lasciò la casa di Rho (che da allora porta il suo nome) alla Parrocchia di San Vittore che ancora ne detiene la proprietà.
Lì hanno sede l’Istituto Musicale Rusconi, i Pueri Cantores, il Consultorio, cooperative sociali e, sotto l’Eremo della città voluto da monsignor Gianpaolo Citterio come luogo di silenzio e preghiera, lo Spazio De Amicis che accoglie Baskin e comunità Fede e Luce, realtà che coinvolgono ragazzi con disabilità.
“Rho vanta numerosi luoghi ben noti ai rhodensi ma da far conoscere ai nuovi residenti e ai tanti turisti che visitano la città ogni anno – commenta l’assessore al Turismo e vicesindaco Maria Rita Vergani – Bello per tutti riscoprire la storia di Casa Magnaghi, delle persone che l’hanno abitata nei secoli. E’ un luogo al tempo stesso molto frequentato e nascosto, compreso tra due strade importanti del nostro centro. Un luogo di cui scoprire la bellezza e la fecondità di esperienze che in qualche modo protegge”.
C’è chi lo conosce nel dettaglio, perché frequenta le realtà associative e musicali che lì hanno sede e chi, passando da via De Amicis, sbirciando dalla cancellata, si chiede quanti segreti nasconda la storia di giardino e costruzioni. Ebbene, il nuovo opuscolo ne rivela parecchi.
Si parte dalla dominazione spagnola, durata dal 1535 al 1713. Fu il Marchese Pedro de Ayzaga , che rivestiva la carica di Ragioniere Generale, ad acquistare tra il 1626 e il 1628 la Casa da Nobile con fronte su Via alla Madonna, cui è annessa una “casa da massaro” con “ortazzo” e giardino su Via De Amicis, e a trasformarla in uno dei punti di riferimento cittadino. Poco più tardi arrivarono nell’antico borgo i Visconti, che diedero vita al complesso oggi chiamato Villa Banfi.
Nel 1723 la proprietà passò a Giuseppe Valeriano Sfondrati Conte della Riviera, appartenente a un’antica e nobile famiglia originaria di Cremona. Poi, nel 1856, il catasto rileva il passaggio alla nobile famiglia di Don Alberto De Mojana Signore di Colonia, a quanto pare di origine ispanica: fu lui a costruire le due torrette che dalle estremità dell’edificio dominano il giardino.
Il Cavalier Davide Magnaghi acquistò la dimora pochi anni dopo la morte di Don Alberto De Mojana, nel secondo decennio del ‘900. Acquistò anche, negli anni Trenta, una villa situata in località Certosa di Varese “Campo dei fiori”. In seguito alla tragica morte del figlio Siro, l’11 marzo 1938 donò al Comune di Rho questa villa con tutto l’arredamento e ampi appezzamenti di terreno, da adibire a colonia alpina elioterapica, sia estiva che invernale, per i bambini bisognosi. Alla sua morte, nel 1966, lasciò la casa di Rho (che da allora porta il suo nome) alla Parrocchia di San Vittore che ancora ne detiene la proprietà.
Lì hanno sede l’Istituto Musicale Rusconi, i Pueri Cantores, il Consultorio, cooperative sociali e, sotto l’Eremo della città voluto da monsignor Gianpaolo Citterio come luogo di silenzio e preghiera, lo Spazio De Amicis che accoglie Baskin e comunità Fede e Luce, realtà che coinvolgono ragazzi con disabilità.
“Rho vanta numerosi luoghi ben noti ai rhodensi ma da far conoscere ai nuovi residenti e ai tanti turisti che visitano la città ogni anno – commenta l’assessore al Turismo e vicesindaco Maria Rita Vergani – Bello per tutti riscoprire la storia di Casa Magnaghi, delle persone che l’hanno abitata nei secoli. E’ un luogo al tempo stesso molto frequentato e nascosto, compreso tra due strade importanti del nostro centro. Un luogo di cui scoprire la bellezza e la fecondità di esperienze che in qualche modo protegge”.
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Ultimo aggiornamento pagina: 03/12/2025 09:17:38