Descrizione
Auditorium di via Meda
► sabato 20 maggio ➽ ore 19.00 e 21.00
► domenica 21 maggio ➽ ore 17.00 e 21.00
► sabato 20 maggio ➽ ore 19.00 e 21.00
► domenica 21 maggio ➽ ore 17.00 e 21.00
Parigi, 1935. Madeleine Verdier, aspirante attrice convocata da un celebre produttore per un ruolo e poi aggredita, è accusata a torto del suo omicidio. Con la complicità di Pauline Mauléon, avvocato senza clienti che si incarica della sua difesa, si assume il crimine e accede alla gloria denunciando la misoginia della società e l’incompetenza della giustizia. Il tribunale diventa ‘teatro’ della sua performance. L’ingiustizia subita commuove l’opinione pubblica, il successo è immediato. Per Madeleine comincia una nuova vita, gli ingaggi piovono coi fiori e le proposte di matrimonio ma la vera colpevole bussa alla porta e reclama la sua parte…
«Trovo che gli adattamenti siano spesso una buona base per raccontare una storia perché in generale sono cose che mi piacciono, ma non del tutto, quindi le trasformo. Per caso, ho visto La moglie bugiarda, una commedia piuttosto riuscita con Carole Lombard, ma adattata da un’opera francese di Georges Berr e Louis Verneuil intitolata Mon crime. Ero curioso di vedere come gli americani avevano adattato questa commedia francese. Così l’ho letta e ho scoperto che c’erano molte cose divertenti con questo personaggio di un falso colpevole che si autoaccusa per qualcosa che non ha commesso, e che conoscerà la fama grazie a questa bugia. Subito mi sono detto che doveva essere un’attrice, cosa che non accadeva affatto nella commedia, né nel film americano (era una scrittrice). Così ho trasformato la pièce e mi sono assicurato che risuonasse con l’oggi, con le nostre attuali preoccupazioni, e anche con le mie in relazione all’influenza degli uomini in generale sulle donne. Ora che lo analizzo un po’, è la terza parte di una trilogia sulla condizione femminile dopo 8 donne e un mistero e Potiche. 8 Femmes era la rinuncia al patriarcato da quando l’uomo si è suicidato, Potiche era l’avvento del matriarcato con una donna che prende il potere, e qui c’è un film sul trionfo della sorellanza, su come le donne si aiutano a vicenda per cavarsela in quegli anni ’30 in cui la condizione delle donne era estremamente oppressa. Quindi è stato interessante mettere in prospettiva come si sono evolute le cose e quali battaglie devono ancora essere combattute per raggiungere la totale uguaglianza e libertà per le donne.» (François Ozon)
«Questa volta François Ozon parte da una pièce del 1934 di Georges Kerr e Louis Verneuil, e la trasforma molto liberamente in un ritratto di due donne giovani, belle e in grado di manipolare con irresistibile leggerezza una serie di maschi presunti autorevoli e di certo pomposi e sciocchi. Una conferma della capacità del regista parigino di dare senso ulteriore alla bellezza della messa in scena, con cui ricostruisce la Parigi degli anni ’30 con verosimiglianza, senz’altro, ma anche con quel sapore da quinta teatrale che ben si concilia a una storia in cui tutti recitano, ma in pochi, o meglio in poche, reggono il palcoscenico con maestria. (…) in Mon crime tutto è diverso da come appare. O meglio, ogni colpo potenzialmente letale può essere capovolto in occasione di successo inatteso, verso una carriera trionfale. Basta avere l’intelligenza e lo spirito libero delle splendide donne ancora una volta raccontate da Ozon. Dialoghi serrati, ironia feroce, il film delizia per la sua arguzia e rappresenta una commedia femminista capace di prendere per le parti basse il rincretinito patriarcato di oggi, ben al di là degli anni ’30.» (Mauro Donzelli, comingsoon.it)
«Trovo che gli adattamenti siano spesso una buona base per raccontare una storia perché in generale sono cose che mi piacciono, ma non del tutto, quindi le trasformo. Per caso, ho visto La moglie bugiarda, una commedia piuttosto riuscita con Carole Lombard, ma adattata da un’opera francese di Georges Berr e Louis Verneuil intitolata Mon crime. Ero curioso di vedere come gli americani avevano adattato questa commedia francese. Così l’ho letta e ho scoperto che c’erano molte cose divertenti con questo personaggio di un falso colpevole che si autoaccusa per qualcosa che non ha commesso, e che conoscerà la fama grazie a questa bugia. Subito mi sono detto che doveva essere un’attrice, cosa che non accadeva affatto nella commedia, né nel film americano (era una scrittrice). Così ho trasformato la pièce e mi sono assicurato che risuonasse con l’oggi, con le nostre attuali preoccupazioni, e anche con le mie in relazione all’influenza degli uomini in generale sulle donne. Ora che lo analizzo un po’, è la terza parte di una trilogia sulla condizione femminile dopo 8 donne e un mistero e Potiche. 8 Femmes era la rinuncia al patriarcato da quando l’uomo si è suicidato, Potiche era l’avvento del matriarcato con una donna che prende il potere, e qui c’è un film sul trionfo della sorellanza, su come le donne si aiutano a vicenda per cavarsela in quegli anni ’30 in cui la condizione delle donne era estremamente oppressa. Quindi è stato interessante mettere in prospettiva come si sono evolute le cose e quali battaglie devono ancora essere combattute per raggiungere la totale uguaglianza e libertà per le donne.» (François Ozon)
«Questa volta François Ozon parte da una pièce del 1934 di Georges Kerr e Louis Verneuil, e la trasforma molto liberamente in un ritratto di due donne giovani, belle e in grado di manipolare con irresistibile leggerezza una serie di maschi presunti autorevoli e di certo pomposi e sciocchi. Una conferma della capacità del regista parigino di dare senso ulteriore alla bellezza della messa in scena, con cui ricostruisce la Parigi degli anni ’30 con verosimiglianza, senz’altro, ma anche con quel sapore da quinta teatrale che ben si concilia a una storia in cui tutti recitano, ma in pochi, o meglio in poche, reggono il palcoscenico con maestria. (…) in Mon crime tutto è diverso da come appare. O meglio, ogni colpo potenzialmente letale può essere capovolto in occasione di successo inatteso, verso una carriera trionfale. Basta avere l’intelligenza e lo spirito libero delle splendide donne ancora una volta raccontate da Ozon. Dialoghi serrati, ironia feroce, il film delizia per la sua arguzia e rappresenta una commedia femminista capace di prendere per le parti basse il rincretinito patriarcato di oggi, ben al di là degli anni ’30.» (Mauro Donzelli, comingsoon.it)
Indirizzo
Viale Filippo Meda, 20, 20017 Rho MI
Mappa
Indirizzo: Viale Filippo Meda, 20, 20017 Rho MI
Coordinate: 45°31'35,4''N 9°2'29,5''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Costo
Gratuito
Organizzato da
Comune di Rho con Barz and hippo
Contatti
Nome | Descrizione |
---|---|
rho@barzandhippo.com | |
Sito web | http://www.cinemarho.it (Apre il link in una nuova scheda) |
Telefono | 02.953.39.774 |
Cellulare | 347.45.12.456 (anche informazioni per le scuole) |
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Ultimo aggiornamento pagina: 09/05/2023 09:45:05