Dieci anni di Party senza barriere all’insegna dell’inclusione

Ufficio Comunicazione
Data:

9 aprile 2025

Tempo di lettura:

4 min

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inaugurazione del pulmino a disposizione di Party senza barriere
I ragazzi con disabilità: “Abbiamo diritto di essere protagonisti del nostro progetto di vita”

Rho, 9 aprile 2025

Un decimo compleanno in grande stile quello vissuto sabato 5 aprile da Party senza Barriere, il progetto dedicato al tempo libero delle persone con disabilità nato nel 2015. A Villa Burba la giornata di festa si è aperta con l’inaugurazione dell’automezzo attrezzato per il trasporto di persone con disabilità concesso in comodato d’uso gratuito da PMG Italia Società Benefit, nell’ambito del progetto “Città ad impatto positivo”, e finanziato da alcuni imprenditori della città. Dopo il convegno, che ha visto coinvolti molti relatori al mattino, il pomeriggio è stato all’insegna dei laboratori proposti da diverse realtà attive sul territorio nell’ambito della fragilità.

Il convegno “Parole Senza Barriere” è stato l’occasione per ripercorre la storia di Party Senza Barriere con racconti e immagini e si è aperto con l’intervento della coordinatrice Selene Fiale, assistente sociale ed educatrice della Cooperatrice Serena, che si è soffermata sulla parola “amare”.

Paolo Bianchi,
assessore con delega alle Politiche Sociali e alla Disabilità per il Comune di Rho, in rappresentanza anche degli altri Comuni coinvolti, ha puntato sulla parola “festa” intesa come risposta a un bisogno e alla ricerca del bene per le persone a cui si vuole bene. Paolo Oltolina, presidente del CdA di SER.CO.P., ha puntato su “arrampicare”: “In montagna servono punti di appoggio e appigli e in montagna non si va da soli. Gli appoggi sono famiglia, amici, le cooperative. E tutte le persone coinvolte nelle iniziative, dagli autisti a chi cucina: sono la corda che lega il tutto nella bellezza della condivisione”.

Guido Ciceri,
direttore generale di SER.CO.P., ha parlato di “desiderio”: “Siamo partiti dal desiderio di una persona di andare a un concerto, espresso parlando con un autista. Tutto è nato con la massima spontaneità e siamo qui a celebrare una lunga storia di incontri”.

Terminata la sezione moderata da Luca Bianchi, assistente sociale Area Disabilità SER.CO.P, sono intervenuti Giovanni Merlo, direttore di Ledha – Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità e don Mauro Santoro, alla guida della Consulta diocesana sulla disabilità “O tutti o nessuno”, dialogando con Marco Zanisi, educatore e pedagogista, presidente della cooperativa Serena.

Don Santoro
ha insistito sulla parola “sguardo”: “Siamo chiamati a lottare perché lo sguardo cambi, nella Chiesa e nella società. Si lavora in un contesto in cui le parole sono altre: prestazioni, obiettivi, velocità, efficienza. Tutti ci sentiamo messi alla prova e spesso ci sentiamo inadeguati. Si lasciano indietro le persone con disabilità e i nostri adolescenti, che non reggono questa pressione. Con la Consulta vogliamo creare occasioni di incontro nelle comunità e fare rete”. Giovanni Merlo ha cercato di recuperare “ottimismo”, pur sapendo di parlare “da un osservatorio a cui si arriva quando le cose vanno male”: “Molto può cambiare se tanti riconoscono le ingiustizie. Il vento che tira non è buono ma se continuiamo a scandalizzarci allora torna un po’ di ottimismo. Facciamoci provocare dai desideri delle persone, come è avvenuto dieci anni fa”.

Danilo Giansanti
, coordinatore di Casa Simona, ha moderato la sezione “Le parole del territorio” per indentificare “il glossario che questo territorio propone”.

Fondazione Dopo di Noi di Cornaredo ha portato come parola “viaggio”; Cooperativa Intrecci “pensiero”; l’IC Olivetti-Puecher di Rho, con la professoressa Valentina Brugnano, “diventare” evidenziando che “la scuola è un luogo di cambiamento possibile, in cui vanno rispettati tempi, potenzialità e obiettivi dei singoli ragazzi, perché perdiamo tutti se ci sforziamo di normalizzare la diversità”.

Coop. Serena di Lainate ha puntato su “alzarsi”: alcuni ragazzi hanno raccontato il percorso di auto-rappresentanza che vivono: “Vuol dire che possiamo parlare per noi e per altre persone con disabilità. Possiamo dire e decidere senza che altri lo facciano al nostro posto. Tra noi parliamo di diritti, responsabilità, opportunità. Il progetto, che si estende a Nordmilano, Rhodense e Garbagnatese, ci ha portato a costruire un questionario da somministrare a persone con disabilità per capire come si trovino nei servizi che frequentano. Abbiamo il diritto di essere protagonisti del nostro progetto di vita”.

Innovativa la parola in lingua maori portata dalla Polisportiva San Carlo, chiamata a interrogarsi su Spazio e Tempo: “Portiamo takiwatanga, che identifica la persona nello spettro autistico come persona nel suo spazio e nel suo tempo – ha detto Michela Baroni – Con il Baskin siamo attenti a chi ha un modo altro di stare nel gioco. Se il contesto diventa adatto per lui/lei, allora si genera benessere sociale per tutti”.

Nel pomeriggio laboratori proposti da cooperative e associazioni del territorio in Sala Colonne: pittura, danza, bocce inclusive, recitazione.

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Ultimo aggiornamento pagina: 09/04/2025 13:39:23

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