Descrizione
“Rivolgo un appello alla nostra comunità: che il ricordo diventi impegno, che la memoria diventi responsabilità. Solo così potremo onorare veramente le vittime e costruire un futuro migliore”.
Con queste parole il Sindaco Andrea Orlandi si è rivolto idealmente a tutti i rhodensi pronunciando il suo discorso per il Giorno del Ricordo sulla collina del Parco Nord Fiera, che accoglie il Monumento alle vittime delle Foibe. Accanto a lui il vicesindaco Maria Rita Vergani, l’assessore Nicola Violante, i consiglieri comunali Clelia La Palomenta e Andrea Recalcati, l’assessore Giuseppe Vatalaro del Comune di Pero oltre al gonfalone della città, a rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni d’arma, ad alcuni cittadini che hanno sfidato la pioggia per rendere omaggio a vittime ed esuli giuliano-dalmati.
La cerimonia si è aperta con la posa di una corona davanti al Monumento mentre un trombettista suonava il Silenzio e l’esecuzione dell’Inno nazionale. Quindi tre lettrici del gruppo Leggi che ti passa hanno proposto brani e poesie. Eccone qualche estratto:
Caterina Gallo ha letto un passaggio del libro “La bambina con la valigia”, di Egea Haffner e Gigliola Alvisi:
“Come scegliere che cosa portare che cosa invece abbandonare per sempre? Che fare delle chiavi di casa? Qualcuno le lasciò in bella vista sul tavolo della cucina , insieme a un biglietto indirizzato ai nuovi occupanti con le indicazioni per la corretta manutenzione dell’appartamento. Qualcuno, invece, le lanciò con rabbia in mare dal ponte del “Toscana”,maledicendo chi si sarebbe svegliato nella sua casa. Augurando a tutti loro lo strazio dell’esilio.
Perché un esule , così come un profugo, non è un emigrante. Emigra chi parte per un altrove dove spera di trovare un lavoro e una vita migliore. Emigra chi sa che la sua famiglia , la sua casa e il suo paese restano lì ad aspettarlo. Emigra chi può tornare , quando sarà in grado di esibire orgoglioso la sua nuova condizione. Un esule , invece , parte per sempre, consapevole che il suo passato verrà fagocitato da un mondo diverso: se mai tornerà ,sarà uno straniero, un malinconico turista dai ricordi che non coincideranno con la nuova geografia. Un emigrante ha una meta, un esule ha solo un passato”.
Con queste parole il Sindaco Andrea Orlandi si è rivolto idealmente a tutti i rhodensi pronunciando il suo discorso per il Giorno del Ricordo sulla collina del Parco Nord Fiera, che accoglie il Monumento alle vittime delle Foibe. Accanto a lui il vicesindaco Maria Rita Vergani, l’assessore Nicola Violante, i consiglieri comunali Clelia La Palomenta e Andrea Recalcati, l’assessore Giuseppe Vatalaro del Comune di Pero oltre al gonfalone della città, a rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni d’arma, ad alcuni cittadini che hanno sfidato la pioggia per rendere omaggio a vittime ed esuli giuliano-dalmati.
La cerimonia si è aperta con la posa di una corona davanti al Monumento mentre un trombettista suonava il Silenzio e l’esecuzione dell’Inno nazionale. Quindi tre lettrici del gruppo Leggi che ti passa hanno proposto brani e poesie. Eccone qualche estratto:
Caterina Gallo ha letto un passaggio del libro “La bambina con la valigia”, di Egea Haffner e Gigliola Alvisi:
“Come scegliere che cosa portare che cosa invece abbandonare per sempre? Che fare delle chiavi di casa? Qualcuno le lasciò in bella vista sul tavolo della cucina , insieme a un biglietto indirizzato ai nuovi occupanti con le indicazioni per la corretta manutenzione dell’appartamento. Qualcuno, invece, le lanciò con rabbia in mare dal ponte del “Toscana”,maledicendo chi si sarebbe svegliato nella sua casa. Augurando a tutti loro lo strazio dell’esilio.
Perché un esule , così come un profugo, non è un emigrante. Emigra chi parte per un altrove dove spera di trovare un lavoro e una vita migliore. Emigra chi sa che la sua famiglia , la sua casa e il suo paese restano lì ad aspettarlo. Emigra chi può tornare , quando sarà in grado di esibire orgoglioso la sua nuova condizione. Un esule , invece , parte per sempre, consapevole che il suo passato verrà fagocitato da un mondo diverso: se mai tornerà ,sarà uno straniero, un malinconico turista dai ricordi che non coincideranno con la nuova geografia. Un emigrante ha una meta, un esule ha solo un passato”.
Federica Re ha letto brani tratti da “Le foibe spiegate ai ragazzi” di Greta Sclaunich
…”Prima che colpiscano anche lui, Graziano si butta nel buco nero. Un volo senza fine, lo ricorderà per sempre. Poi, all’improvviso l’acqua fredda nel fondo della foiba dove è precipitato senza neppure avere il tempo di prendere un ultimo profondo respiro. E’ legato, ma con uno sforzo riesce a liberare un braccio, forse una pallottola vagante o una pietra aguzza ha reciso il filo di ferro. E’ libero di risalire. Mentre annaspa nell’acqua tocca quella che gli sembra una zolla erbosa … ma capisce che è la testa di uno dei compagni. Spera sia ancora vivo … lo è. I due si tengono a galla come riescono cercando di fare poco rumore, rimangono muti e immobili. Trovano una fenditura e si riparano aspettando che i partigiani si allontanino. Passano ore e quando si riprendono è pieno giorno. Aspettano, bagnati, infreddoliti, affamati MA VIVI. Solo a sera oseranno la risalita arrampicandosi sulla roccia liscia con pochi appigli. …Il corpo guarirà ma l’anima resterà bloccata in quella notte di maggio.
Daniela Paleari ha letto due poesie, Foiba di Marco Martinolli e Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all’esodo degli istriani di Ermanno Eandi da cui sono tratti questi versi:
Urlavano Italia, e caddero.
Bruciavano di dolore, e caddero.
Indifesi e soli, svanirono in infernali voragini.
Eco di silenzioso dolore gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.
La polvere mi parla di loro, sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.
“È nostro dovere – ha detto il Sindaco Andrea Orlandi - rendere omaggio a tutte le persone che hanno vissuto la tragedia dell’odio, della violenza e dell’esilio. La storia delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata è una pagina dolorosa del nostro passato, che per troppo tempo è rimasta nell’ombra. Migliaia di uomini, donne e bambini furono costretti a lasciare la propria terra, le proprie case, le proprie radici, in un esodo forzato che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Altri trovarono la morte in modo atroce nelle foibe, vittime di un odio che non deve mai più ripetersi. Ricordare non è solo un atto di giustizia verso le vittime, ma è anche un dovere morale per le generazioni presenti e future. La conoscenza e la consapevolezza di ciò che è accaduto ci aiutano a costruire una società fondata sui valori della pace, della convivenza e del rispetto reciproco”.
Il primo cittadino rhodense ha chiesto di restare uniti “nel rifiutare ogni forma di negazionismo e revisionismo che tenti di sminuire o distorcere la verità storica”. Quindi ha aggiunto: “Oggi il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno sofferto e alle loro famiglie. Il loro dolore è una ferita ancora aperta, ma il nostro compito è trasformare questa memoria in un monito affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Rho è una città che crede nei valori della democrazia e della libertà, e nel Giorno del Ricordo rinnoviamo il nostro impegno per la difesa di questi principi fondamentali. Nel contesto attuale, in cui assistiamo ancora a tanti conflitti nel mondo e a nuove ondate di esodi forzati, il nostro dovere è trarre insegnamento dal passato. Le immagini di persone costrette ad abbandonare le proprie case a causa di guerre e persecuzioni ci ricordano quanto sia fragile la pace e quanto sia importante l’impegno di tutti noi per difendere la dignità e i diritti umani. La solidarietà e l’accoglienza devono essere i principi guida della nostra società, affinché il dolore vissuto dai nostri connazionali nel passato possa trasformarsi in un messaggio di speranza e unità”.
Colpito dalle letture appena ascoltate, il Sindaco ha proseguito a braccio: “Commemoriamo due vicende, quella di chi ha vissuto l’esodo forzato e quella di chi ha pagato con la propria vita nelle foibe. L’immagine delle chiavi di casa ascoltata nel primo racconto è molto forte: pensiamo a quanta diffidenza abbiamo nel consegnare a qualcuno che conosciamo le chiavi di casa, è consegnare non i beni materiali ma i ricordi dei nostri cari, tutto quello che significa “casa”. Lasciarle con un biglietto di istruzioni o gettarle nel nulla perché nessuno possa mai entrare sono gesti che esprimono il dolore vissuto da tantissime persone. E questo accade ancora in tantissime parti del mondo. Penso a coloro che hanno trovato la morte nel punto più basso della terra: noi abbiamo scelto proprio il punto più alto di Rho per collocare questo Monumento, in contrapposizione al luogo più buio. Dal buio li riportiamo alla luce, perché queste tragedie ancora in corso nel mondo non accadano più”.
Bruciavano di dolore, e caddero.
Indifesi e soli, svanirono in infernali voragini.
Eco di silenzioso dolore gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.
La polvere mi parla di loro, sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.
“È nostro dovere – ha detto il Sindaco Andrea Orlandi - rendere omaggio a tutte le persone che hanno vissuto la tragedia dell’odio, della violenza e dell’esilio. La storia delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata è una pagina dolorosa del nostro passato, che per troppo tempo è rimasta nell’ombra. Migliaia di uomini, donne e bambini furono costretti a lasciare la propria terra, le proprie case, le proprie radici, in un esodo forzato che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Altri trovarono la morte in modo atroce nelle foibe, vittime di un odio che non deve mai più ripetersi. Ricordare non è solo un atto di giustizia verso le vittime, ma è anche un dovere morale per le generazioni presenti e future. La conoscenza e la consapevolezza di ciò che è accaduto ci aiutano a costruire una società fondata sui valori della pace, della convivenza e del rispetto reciproco”.
Il primo cittadino rhodense ha chiesto di restare uniti “nel rifiutare ogni forma di negazionismo e revisionismo che tenti di sminuire o distorcere la verità storica”. Quindi ha aggiunto: “Oggi il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno sofferto e alle loro famiglie. Il loro dolore è una ferita ancora aperta, ma il nostro compito è trasformare questa memoria in un monito affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Rho è una città che crede nei valori della democrazia e della libertà, e nel Giorno del Ricordo rinnoviamo il nostro impegno per la difesa di questi principi fondamentali. Nel contesto attuale, in cui assistiamo ancora a tanti conflitti nel mondo e a nuove ondate di esodi forzati, il nostro dovere è trarre insegnamento dal passato. Le immagini di persone costrette ad abbandonare le proprie case a causa di guerre e persecuzioni ci ricordano quanto sia fragile la pace e quanto sia importante l’impegno di tutti noi per difendere la dignità e i diritti umani. La solidarietà e l’accoglienza devono essere i principi guida della nostra società, affinché il dolore vissuto dai nostri connazionali nel passato possa trasformarsi in un messaggio di speranza e unità”.
Colpito dalle letture appena ascoltate, il Sindaco ha proseguito a braccio: “Commemoriamo due vicende, quella di chi ha vissuto l’esodo forzato e quella di chi ha pagato con la propria vita nelle foibe. L’immagine delle chiavi di casa ascoltata nel primo racconto è molto forte: pensiamo a quanta diffidenza abbiamo nel consegnare a qualcuno che conosciamo le chiavi di casa, è consegnare non i beni materiali ma i ricordi dei nostri cari, tutto quello che significa “casa”. Lasciarle con un biglietto di istruzioni o gettarle nel nulla perché nessuno possa mai entrare sono gesti che esprimono il dolore vissuto da tantissime persone. E questo accade ancora in tantissime parti del mondo. Penso a coloro che hanno trovato la morte nel punto più basso della terra: noi abbiamo scelto proprio il punto più alto di Rho per collocare questo Monumento, in contrapposizione al luogo più buio. Dal buio li riportiamo alla luce, perché queste tragedie ancora in corso nel mondo non accadano più”.
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Ultimo aggiornamento pagina: 14/02/2025 09:52:50