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Onore ai Caduti e alle Forze armate. Cerimonia per la Festa dell’Unità nazionale

Il Sindaco Orlandi: “Ogni guerra distrugge l’umanità. Cos’altro dobbiamo aspettare per impararlo tutti noi uomini e donne del terzo millennio?”
Data:

10 novembro 2025

Tempo di lettura:

6 min

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momento della cerimonia in piazza San Vittore
Rho, 10 novembre 2025

Il Comune di Rho ha ricordato domenica 9 novembre 2025, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Dopo l’Alzabandiera in piazza Marinai d’Italia, il corteo, aperto dal Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale e guidato da Mario Pesare come cerimoniere, ha raggiunto l’Ospedale di Circolo Monumento ai Caduti, dove è stata deposta una corona davanti alle lapidi che ricordano i caduti di guerra rhodensi. Quindi, in Viale delle Rimembranze, è stato reso omaggio ai Caduti della Prima guerra mondiale davanti alla stele al loro dedicata. Erano presenti il Sindaco Andrea Orlandi, il vicesindaco Maria Rita Vergani, gli assessori Nicola Violante, Emiliana Brognoli, Paolo Bianchi, il presidente del Consiglio comunale Calogero Mancarella, i consiglieri Clelia La Palomenta, Giuseppe Caronni, Christian Colombo, Andrea Recalcati, Uberto Re, il consigliere regionale Carlo Borghetti e il consigliere comunale di Pero Marco Giannitti. Per le forze dell’ordine il tenente colonnello dei Carabinieri Emanuela Rocca, il luogotenente Luigi Pino, esponenti della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, così come della Polizia Locale rhodense. E poi la presidente dell’Associazione nazionale combattenti e reduci Ermelinda Palmieri, il Gruppo Alpini di Rho guidato da Gigi Azzerboni, il Coro Stella Alpina diretto da Carlo Borghetti, le associazioni d’arma del territorio, la vicepresidente di ANED Milano Carmen Meloni, il Presidente Rhodense dell’Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra Domenico D’Amico e l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro – ANMIL.

A celebrare la messa nel Santuario della Beata Vergine Addolorata è stato il prevosto monsignor Norberto Donghi che nell’omelia ha puntato su tre temi: memoria, gratitudine e responsabilità. “La Prima Guerra Mondiale fu una immensa tragedia che aprì ferite profonde in tutta Europa, intere generazioni vennero segnate dal dolore e da una pace fragile. E’ un monito per il nostro tempo, per costruire solide basi di pace. La gratitudine va a chi serve il Paese in silenzio: ogni servizio orientato al bene comune è una forma di attenzione alla dignità di ogni uomo e di ogni donna. La responsabilità coinvolge chi ha autorità: la pace non è mai scontata, è un compito per tutte le generazioni affidato alla volontà di ciascuno di noi. Dio non misura la forza degli eserciti ma la capacita di riconoscere nell'altro una dignità superiore. Ogni conflitto nasce quando perdiamo questo sguardo. Il vero potere è servire. Il giudizio non sarà sulle vittorie ma sulla compassione avuta gli uni per gli altri, l’ultima parola della storia non sarà guerra ma compassione”.

Al termine della messa il Superiore degli Oblati padre Patrizio Garascia ha salutato le autorità presenti ricordando l’unità di intenti che accomuna chi lavora per il bene della città. Ermelinda Palmieri ha letto la Preghiera del Combattente, quindi al Sacrario dei Caduti in Guerra, dove il Sindaco ha deposto una corona, ha letto un messaggio di Onore ai caduti: “Ci muove il dovere di riconoscenza e di memoria verso chi ci ha lasciato una eredità di vita, di comportamento, di onore. Facciamo anche memoria di dolori, sacrifici, distacchi. I nostri caduti ci esortano “custodite, non lasciate che si disperda quell’Italia che abbiamo cercato di tenere unita con tanto sacrificio”.

Il Coro Stella Alpina ha qui eseguito un brano e si è poi esibito davanti al Monumento dedicato agli Alpini, dove è stata deposta una corona, e in piazza San Vittore. Al Sacrario dei Partigiani, Graziano Antonini e Dario Zennaro di ANPI Rho hanno posato la corona insieme con il Sindaco: Antonini ha ringraziato le partigiane e i partigiani per il loro sacrificio e chiesto impegno per non dimenticare oggi i loro principi e valori.

Ermelinda Palmieri
ha così dichiarato: “I signori della guerra sono piccoli e deboli uomini. Ciò che illumina la vita è la speranza per la pace, un ideale da costruire attraverso la cooperazione di tutti a partire dai piccoli gesti di solidarietà quotidiani verso gli altri. E’ il rispetto per i diritti e i doveri per tutti gli uomini del mondo. La pace potrebbe essere una grande opera d’arte collettiva, unico antidoto alla barbarie umana. Siamo grati alle forze armate per la loro difesa di pace e giustizia a livello internazionale, a costo di grandi sacrifici. In Medio Oriente non è esatto parlare di guerra, si sono compiuti gravi crimini sia il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas sia con la reazione di Israele che ha prodotto il massacro di migliaia di civili e ridotto i bambini alla fame, infliggendo una punizione collettiva. Entrambe le azioni vanno condannate, auspico che la Corte penale internazionale eserciti la sua giurisdizione. La pace è una strada lunga e difficile, assistiamo a odio, rabbia, dolore. Restiamo uniti attorno alla nostra bandiera tricolore, simbolo di civiltà, e auspichiamo che si portino avanti concrete azioni di pace”.

Il Sindaco Andrea Orlandi ha parlato a braccio ringraziando le forze dell’ordine locali: “I monumenti davanti a cui abbiamo sostato riportano dei nomi, nomi che ci chiedono memoria su quello che è accaduto nelle loro vite. Ognuno di noi quando fa memoria della propria vita crea una sorta di mappa e la consegna ad altri. Ogni vita è un mondo e la storia di ciascuno si fa racconto collettivo di un popolo. Nel 107° anniversario del 4 novembre 1918 dobbiamo riprendere questo concetto della storia tramite gli occhi dell’umanità. Lo abbiamo fatto dando la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto: un ragazzo scelto non da un generale, ma una mamma che aveva perso il proprio figlio, contato tra i dispersi. Quel milite senza nome è simbolo di tutti i nomi dei caduti. Nessuno vuole la guerra, nemmeno i militari. Tanto meno i civili che ne pagano le conseguenze. Il vero lascito del passato è quello sguardo, la capacità di leggere gli eventi attuali e prendere parte, prendere una posizione. Militari e civili che commemoriamo hanno deciso da che parte stare della storia. Tutti operavano per la pace come i tanti militari che operano oggi nel mondo per la pace, con professionalità e umanità”.

Il Sindaco ha terminato leggendo la poesia di Bertolt Brecht “I bambini giocano alla guerra”. E ha concluso: “Ogni guerra distrugge l’umanità. Questa la lezione sempre attuale, nuda e semplice, è interamente riassunta qui. Cosa altro dobbiamo aspettare per impararla tutti noi uomini e donne del terzo millennio? Non ci bastano le immagini e i video dei morti dei conflitti russo-ucraino, israelo-palestinese e degli altri 55 conflitti aperti oggi nel mondo?
Il mio auspicio è che si ritorni a valorizzare e a dare di nuovo dignità ed efficacia agli organismi internazionali. Sono fondamentali per la tutela della pace perché promuovono la cooperazione tra le nazioni, risolvono pacificamente le controversie attraverso la diplomazia e la mediazione, e intervengono attivamente per prevenire e gestire i conflitti. Oltre alla sicurezza armata, si occupano di questioni come i diritti umani, lo sviluppo e la giustizia, riconoscendo che una pace duratura si basa anche su queste condizioni. Questa è la direzione da prendere.

Allora come rappresentanti della cooperazione internazionale le Forze Armate diventano i difensori del diritto umanitario e delle operazioni di pace. A questo proposito ricorderemo mercoledì 12 novembre la strage di Nassiriya, gli attentati contro le forze armate italiane partecipanti alla missione militare con finalità di peacekeeping denominata "Operazione Antica Babilonia", il più grave dei quali fu la strage del 12 novembre 2003 che provocò 19 morti italiani.

Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva la Pace, viva l’Italia!”.


Al termine il Sindaco ha voluto ringraziare e salutare Paola Cupetti, responsabile del Cerimoniale del Comune che anche oggi ha guidato l’intera cerimonia e che il prossimo 1 dicembre andrà in pensione: “E’ stata l’anima di tutte le nostre manifestazioni in questi anni. Grazie Paola!”.

Un saluto anche al piccolo Riccardo, tre anni, che con mamma e papà ha seguito tutta la cerimonia: “Questa presenza dà il senso della nostra comunità”.

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Ultimo aggiornamento pagina: 10/11/2025 10:31:37

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