Descrizione
In occasione della Giornata della Memoria l’Amministrazione porta in Consiglio Comunale il progetto “Stolpersteine” per contribuire a contrastare l’oblio e le cattive memorie sulla tragedia delle deportazioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. Un appello ai parenti per mettersi in contatto con il Comune nei prossimi giorni.
Rho, 20 gennaio 2021
Carlo Martini, Mario Martini, Giovanni Barlocchi, Gaetano Bellinzoni, Ambrogio Farina, Angelo Moroni e Mario Quaroni: questi sono i sette rhodensi deportati nei campi di concentramento e sterminio nazisti e mai più ritornati, che saranno ricordati con le “Pietre d’Inciampo” . In occasione della Giornata della Memoria, l’Amministrazione Comunale presenterà nel prossimo Consiglio Comunale l’iniziativa definita in collaborazione con l’ANPI di Rho.
Nel rispetto delle limitazioni per il Covid-19 e dopo il Consiglio comunale sarà organizzata la posa delle Pietre con un momento commemorativo alla presenza del Sindaco Pietro Romano , del presidente dell’ANPI Rho Mario Anzani , dei parenti dei sette deportati e delle scuole rhodensi, per non dimenticare le atrocità del periodo nazista e mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana. Purtroppo la situazione di emergenza sanitaria potrebbe condizionare la presenza dell’artista Gunter Demnig , creatore dell’iniziativa, normalmente sempre presente alla posa delle Pietre.
In collaborazione con l’ANPI, e in considerazione del grande lavoro sul tema svolto dalle scuole, eccellenza del nostro territorio, è stata dapprima avviata la ricerca storica, anche attraverso ricerche anagrafiche, dei cittadini rhodensi che sono stati vittime di deportazioni nei campi di sterminio nazisti, e attraverso contatti con le loro famiglie, risalendo a ben sette concittadini, che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità delle deportazioni.
Successivamente, sono stati avviati, attraverso il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” di Milano e il suo presidente Marco Steiner, i contatti con il coordinatore internazionale del Comitato per l’installazione delle Stolpersteine, che ha approvato la creazione delle pietre d’inciampo e confermato la posa a Rho delle stesse, in occasione della Giornata della Memoria 2021, presso le abitazioni delle vittime in Via Porta Ronca, via Matteotti, Via Marconi e Via San Carlo Borromeo.
“Sono onorata ed emozionata di poter presentare in Consiglio Comunale questo progetto di memoria diffusa. Rho ha già ricevuto l’approvazione da parte del Comitato per l’installazione delle Pietre e dello stesso Gunter Demnig , primo passo per poter procedere alla posa delle Pietre – afferma l’Assessore al Piano strategico, Promozione Pari opportunità e Conciliazione dei Tempi Sabina Tavecchia -. Con tale progetto, il Comune di Rho si collocherà tra le Amministrazioni italiane ed europee, che riconoscono il grande valore della “Memoria” per la diffusione di una cultura della tolleranza e dell’inclusione sociale, intrecciando il passato al presente, la memoria con l’attualità.
Attraverso questi gesti simbolici visibili si può conservare e rafforzare la Memoria delle atrocità subite anche dei nostri cittadini rhodensi deportati e morti nei campi di concentramento nazisti e rinnovare costantemente la riflessione su uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, affinché se ne contrasti l’oblio. Ringrazio per la collaborazione Mario Anzani presidente di ANPI di Rho, Luca Marelli, giovane iscritto ANPI, le scuole, Gunter Demnig e Marco Steiner, lui stesso figlio di antifascista assassinato nel campo di lavoro a Ebensee e nipote di Giacomo Matteotti, presidente del Comitato Pietre d’Inciampo di Milano, che si è davvero speso con grande slancio per aiutarci al raggiungimento di questo obiettivo. Ringrazio molto tutti del supporto reso ancor più difficile a causa del lockdown!”
I familiari delle vittime sono invitati a contattare l’Ufficio Tempi e Pari Opportunità per sapere quando è prevista la posa della Pietra del proprio parente.
Chiediamo ai cittadini di segnalare eventuali nominativi di altri cittadini deportati e uccisi nei campi di concentramento.
Ufficio Tempi e Pari Opportunità
Dott.ssa Patrizia Caliano
Tel. 02/93332212-312
patrizia.caliano@comune.rho.mi.it
pec.protocollo.comunerho@legalmail.it
Di seguito i cittadini rhodensi che furono deportati e che non fecero ritorno a casa perché barbaramente uccisi. Se ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte:
CARLO MARTINI, Via Porta Ronca, 2
NATO 1913
DEPORTATO 1943
DACHAU
ASSASSINATO 13.4.1945
MARIO MARTINI, Via Porta Ronca, 2
NATO 1917
DEPORTATO 1943
DACHAU
ASSASSINATO
GIOVANNI BARLOCCHI, via Matteotti, 4
NATO 1881
DEPORTATO 1944
NATZWEILER
ASSASSINATO 15.4.1944
GAETANO BELLINZONI, via Matteotti, 18
NATO 1901
ARRESTATO 29.5.1944
DEPORTATO 17.08.1944
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 23.12.1944
AMBROGIO FARINA, via G. Marconi, 3
NATO 1901 in anagrafe non c’è
ARRESTATO 29.5.1944
DEPORTATO 1944
BUCHENWALD
ASSASSINATO 23.12.1944
ANGELO MORONI, via S. Carlo Borromeo, 8
NATO 1903
DEPORTATO 1944
DACHAU
ASSASSINATO 6.3.1945
MARIO QUARONI, via S. Carlo Borromeo, 8
NATO 1921
DEPORTATO 1945
MAUTHAUSEN/
ASSASSINATO 19.4.1945
GUSEN
Le pietre d'inciampo (in tedesco “Stolpersteine”) sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio. Un progetto monumentale europeo per ricordare e tenere viva la “Memoria” di tutti i deportati che non hanno fatto ritorno alle loro case e delle vittime del nazional-socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali.
L'iniziativa consiste nell'incorporare nel selciato stradale delle città sui marciapiedi, un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, posto davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data, l'eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intende ridare individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero.
L'espressione "inciampo" deve, dunque, intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell'opera. Difatti, obiettivo della “Pietra d’Inciampo” - un inciampo come detto emotivo e mentale, non fisico - è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – la loro casa – invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.
Un semplice sampietrino quindi, come i tanti che pavimentano le strade delle nostre città, ma dalla forza evocativa senza precedenti, perché collocato davanti all’abitazione dei deportati: da lì sono stati prelevati, strappati ai loro affetti e alle loro occupazioni, per essere uccisi senza ragione, finiti in cenere o in fosse comuni, privando così i familiari e i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli.
La caratteristica distintiva di Stolpersteine, rispetto a qualunque altro monumento dedicato all’Olocausto, è quella di creare – esattamente nello stesso luogo in cui abitò la vittima – quella che allo stesso tempo rappresenta una commemorazione personale e un invito alla riflessione.
L'iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all'installazione di oltre 71.000 "pietre", superando presto i confini della Germania in virtù della sua originale funzione di stimolo alla coscienza collettiva in molti Paesi europei. Se è vero che la maggior parte delle pietre d'inciampo è collocata in Germania, i blocchetti si possono trovare in quasi tutti i Paesi che furono occupati durante la Seconda guerra mondiale dal regime nazista tedesco, oltre a ciò anche in Svizzera, Spagna e Finlandia. Finora solo Estonia, Bielorussia e alcuni paesi balcanici non hanno aderito al progetto. Ad oggi sono ventisei i Paesi europei in cui sono state posate.
In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono installate a Roma nel 2010 ed attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori.
A Milano, su iniziativa del Comitato per le “Pietre d’Inciampo” della stessa città con Presidente Marco Steiner, le prime 6 pietre sono state posate nel gennaio 2017 cui ne sono seguite altre 26 all’inizio del 2018, 30 ad inizio 2019 e 28 nel 2020, facendo salire così a 90 le Pietre d'Inciampo posate in 21 indirizzi in ricordo di persone o famiglie vittime del nazionalsocialismo.
Rho, 20 gennaio 2021
Carlo Martini, Mario Martini, Giovanni Barlocchi, Gaetano Bellinzoni, Ambrogio Farina, Angelo Moroni e Mario Quaroni: questi sono i sette rhodensi deportati nei campi di concentramento e sterminio nazisti e mai più ritornati, che saranno ricordati con le “Pietre d’Inciampo” . In occasione della Giornata della Memoria, l’Amministrazione Comunale presenterà nel prossimo Consiglio Comunale l’iniziativa definita in collaborazione con l’ANPI di Rho.
Nel rispetto delle limitazioni per il Covid-19 e dopo il Consiglio comunale sarà organizzata la posa delle Pietre con un momento commemorativo alla presenza del Sindaco Pietro Romano , del presidente dell’ANPI Rho Mario Anzani , dei parenti dei sette deportati e delle scuole rhodensi, per non dimenticare le atrocità del periodo nazista e mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana. Purtroppo la situazione di emergenza sanitaria potrebbe condizionare la presenza dell’artista Gunter Demnig , creatore dell’iniziativa, normalmente sempre presente alla posa delle Pietre.
In collaborazione con l’ANPI, e in considerazione del grande lavoro sul tema svolto dalle scuole, eccellenza del nostro territorio, è stata dapprima avviata la ricerca storica, anche attraverso ricerche anagrafiche, dei cittadini rhodensi che sono stati vittime di deportazioni nei campi di sterminio nazisti, e attraverso contatti con le loro famiglie, risalendo a ben sette concittadini, che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità delle deportazioni.
Successivamente, sono stati avviati, attraverso il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” di Milano e il suo presidente Marco Steiner, i contatti con il coordinatore internazionale del Comitato per l’installazione delle Stolpersteine, che ha approvato la creazione delle pietre d’inciampo e confermato la posa a Rho delle stesse, in occasione della Giornata della Memoria 2021, presso le abitazioni delle vittime in Via Porta Ronca, via Matteotti, Via Marconi e Via San Carlo Borromeo.
“Sono onorata ed emozionata di poter presentare in Consiglio Comunale questo progetto di memoria diffusa. Rho ha già ricevuto l’approvazione da parte del Comitato per l’installazione delle Pietre e dello stesso Gunter Demnig , primo passo per poter procedere alla posa delle Pietre – afferma l’Assessore al Piano strategico, Promozione Pari opportunità e Conciliazione dei Tempi Sabina Tavecchia -. Con tale progetto, il Comune di Rho si collocherà tra le Amministrazioni italiane ed europee, che riconoscono il grande valore della “Memoria” per la diffusione di una cultura della tolleranza e dell’inclusione sociale, intrecciando il passato al presente, la memoria con l’attualità.
Attraverso questi gesti simbolici visibili si può conservare e rafforzare la Memoria delle atrocità subite anche dei nostri cittadini rhodensi deportati e morti nei campi di concentramento nazisti e rinnovare costantemente la riflessione su uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, affinché se ne contrasti l’oblio. Ringrazio per la collaborazione Mario Anzani presidente di ANPI di Rho, Luca Marelli, giovane iscritto ANPI, le scuole, Gunter Demnig e Marco Steiner, lui stesso figlio di antifascista assassinato nel campo di lavoro a Ebensee e nipote di Giacomo Matteotti, presidente del Comitato Pietre d’Inciampo di Milano, che si è davvero speso con grande slancio per aiutarci al raggiungimento di questo obiettivo. Ringrazio molto tutti del supporto reso ancor più difficile a causa del lockdown!”
I familiari delle vittime sono invitati a contattare l’Ufficio Tempi e Pari Opportunità per sapere quando è prevista la posa della Pietra del proprio parente.
Chiediamo ai cittadini di segnalare eventuali nominativi di altri cittadini deportati e uccisi nei campi di concentramento.
Ufficio Tempi e Pari Opportunità
Dott.ssa Patrizia Caliano
Tel. 02/93332212-312
patrizia.caliano@comune.rho.mi.it
pec.protocollo.comunerho@legalmail.it
Di seguito i cittadini rhodensi che furono deportati e che non fecero ritorno a casa perché barbaramente uccisi. Se ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte:
CARLO MARTINI, Via Porta Ronca, 2
NATO 1913
DEPORTATO 1943
DACHAU
ASSASSINATO 13.4.1945
MARIO MARTINI, Via Porta Ronca, 2
NATO 1917
DEPORTATO 1943
DACHAU
ASSASSINATO
GIOVANNI BARLOCCHI, via Matteotti, 4
NATO 1881
DEPORTATO 1944
NATZWEILER
ASSASSINATO 15.4.1944
GAETANO BELLINZONI, via Matteotti, 18
NATO 1901
ARRESTATO 29.5.1944
DEPORTATO 17.08.1944
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 23.12.1944
AMBROGIO FARINA, via G. Marconi, 3
NATO 1901 in anagrafe non c’è
ARRESTATO 29.5.1944
DEPORTATO 1944
BUCHENWALD
ASSASSINATO 23.12.1944
ANGELO MORONI, via S. Carlo Borromeo, 8
NATO 1903
DEPORTATO 1944
DACHAU
ASSASSINATO 6.3.1945
MARIO QUARONI, via S. Carlo Borromeo, 8
NATO 1921
DEPORTATO 1945
MAUTHAUSEN/
ASSASSINATO 19.4.1945
GUSEN
Le pietre d'inciampo (in tedesco “Stolpersteine”) sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio. Un progetto monumentale europeo per ricordare e tenere viva la “Memoria” di tutti i deportati che non hanno fatto ritorno alle loro case e delle vittime del nazional-socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali.
L'iniziativa consiste nell'incorporare nel selciato stradale delle città sui marciapiedi, un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, posto davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data, l'eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intende ridare individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero.
L'espressione "inciampo" deve, dunque, intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell'opera. Difatti, obiettivo della “Pietra d’Inciampo” - un inciampo come detto emotivo e mentale, non fisico - è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – la loro casa – invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.
Un semplice sampietrino quindi, come i tanti che pavimentano le strade delle nostre città, ma dalla forza evocativa senza precedenti, perché collocato davanti all’abitazione dei deportati: da lì sono stati prelevati, strappati ai loro affetti e alle loro occupazioni, per essere uccisi senza ragione, finiti in cenere o in fosse comuni, privando così i familiari e i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli.
La caratteristica distintiva di Stolpersteine, rispetto a qualunque altro monumento dedicato all’Olocausto, è quella di creare – esattamente nello stesso luogo in cui abitò la vittima – quella che allo stesso tempo rappresenta una commemorazione personale e un invito alla riflessione.
L'iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all'installazione di oltre 71.000 "pietre", superando presto i confini della Germania in virtù della sua originale funzione di stimolo alla coscienza collettiva in molti Paesi europei. Se è vero che la maggior parte delle pietre d'inciampo è collocata in Germania, i blocchetti si possono trovare in quasi tutti i Paesi che furono occupati durante la Seconda guerra mondiale dal regime nazista tedesco, oltre a ciò anche in Svizzera, Spagna e Finlandia. Finora solo Estonia, Bielorussia e alcuni paesi balcanici non hanno aderito al progetto. Ad oggi sono ventisei i Paesi europei in cui sono state posate.
In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono installate a Roma nel 2010 ed attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori.
A Milano, su iniziativa del Comitato per le “Pietre d’Inciampo” della stessa città con Presidente Marco Steiner, le prime 6 pietre sono state posate nel gennaio 2017 cui ne sono seguite altre 26 all’inizio del 2018, 30 ad inizio 2019 e 28 nel 2020, facendo salire così a 90 le Pietre d'Inciampo posate in 21 indirizzi in ricordo di persone o famiglie vittime del nazionalsocialismo.
A cura di
Con l'App è meglio!
Sapevi che puoi leggere questo Avviso anche sull'App ufficiale del comune?
Ultimo aggiornamento pagina: 21.01.2021 18:27:40