Il potere del cane Cin&città classica II parte

► martedì 19 aprile 2022 ➽ ore 17.00 e 21.00
► mercoledì 20 aprile 2022 ➽ ore 21.00
► giovedì 21 aprile 2022 ➽ ore 21.00

Un film di Jane Campion

Montana, 1925. I fratelli Burbanks, Phil e George, sono gli eredi di un grande ranch di famiglia, che mandano avanti occupandosi quotidianamente dello spostamento mandrie, dell’essicazione delle pelli e dell’addestramento degli uomini di fatica. Mentre George è un uomo sensibile e desidera una famiglia, Phil è un bullo patentato e omofobo, ossessionato dal mito del suo mentore Bronco Henri. Quando George prende in sposa la giovane vedova Rose e la porta al ranch, Phil prende di mira la donna e suo figlio Peter e non smette di tormentarli.

«Questo film è profondo, scava nell’inconscio, e non capivo cosa mi attirasse verso quel mondo fino a quando ero già a lavorazione inoltrata. La psiche lavora in modo molto originale, e se ho un’energia molto potente in relazione a un mio lavoro so che vale la pena continuare. A volte sono gli attori a svelare quell’energia. Come ci si avvicina a una storia come questa, il cui protagonista è a dir poco spregevole per gran parte della durata del film? Il mio lavoro è entrare in quei personaggi, il più possibile. Quello interpretato da Benedict Cumberbatch era una sfida, e mi sono avvalsa delle teorie sui sogni. Ho lavorato con una specialista junghiana, che fa questo genere di analisi a livello di sceneggiatura. A seconda delle scene, mi faceva immedesimare con Phil e poi mi chiedeva che cosa servisse a me, Jane, per raccontare la storia» (Jane Campion)

«Western fordiano ambientato fra le polverose vastità selvagge del Montana, territorio lungo il quale Campion sposta il suo sguardo idiosincratico verso un’altra idea di Frontiera e verso un altro tipo di mito, Il potere del cane è in fondo un film di vendette mute e incrociate, una guerra combattuta nel perimetro triangolare fra le menti di Phil, Rose e Peter, dentro uno schema nel quale i personaggi si manipolano l’un l’altro fino all’inintelligibilità dei veri sentimenti che li guidano. Gli attori – grandissimi, Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst in testa – donano carne e abisso a personaggi di grande complessità psicologica» (Eddie Bertozzi, spietati.it)