Descrizione
Rho, 8 ottobre 2025
“Sesso e genere non sono sinonimi. La medicina di genere studia l’influenza del sesso e del genere (accezione sociale, psicologica, culturale, etnica, educativa e religiosa) sulla fisiologia, fisiopatologia, sulla farmacologia e sulla riabilitazione. Dunque, curare un uomo o una donna è cosa ben diversa”. Con queste brevi e chiare definizioni la dottoressa Franca Di Nuovo ha precisato cosa sia la medicina di genere, di cui tanto si parla e poco si sa. L’occasione è stata fornita dal Comune di Rho nel Lunedì dell’Alimentazione del 6 ottobre, all’Auditorium di via Meda: un incontro cui hanno partecipato tanti rhodensi, sia donne sia uomini, a dimostrazione che il termine medicina di genere ha incuriosito un vasto pubblico.
Franca Di Nuovo, referente per la Medicina di Genere in Regione Lombardia e Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASST Rhodense, ha illustrato con diversi esempi le differenze tra i due sessi dal punto di vista della medicina: “Non siamo uguali, eppure prendiamo gli stessi farmaci, tarati però su un maschio sano, giovane, del peso di 80 chilogrammi. Farmaci che su uomini o donne possono generare effetti collaterali differenti. Abbiamo sintomi diversi: ad esempio, in caso di infarto un uomo avverte un forte dolore al braccio sinistro, che sale fino al cuore, mentre una donna prova forte sudorazione e affanno. Sintomi, prevenzione, persino la riabilitazione sono diversi. Occorre studiare tutto questo e sapere che parlare di “sesso” significa indicare fattori biologici, parlare di “genere” comporta considerare il vissuto di una persona. Dunque, non solo uomini e donne si curano diversamente, ma bambini, anziani o persone con disabilità si curano per i loro bisogni specifici. Dobbiamo abbattere il concetto che tutti si possano curare con lo stesso prototipo e muoverci verso una maggiore equità”.
La medicina di genere è nata negli Stati Uniti, nel 1991, grazie alla cardiologa Bernardine Healy. Da allora si è capito che occorre valutare diversi aspetti. Così ha ricordato Di Nuovo: “Il cancro alla mammella, ad esempio, può colpire anche un uomo, come l’osteoporosi. Eppure per loro non c’è prevenzione. Tenere conto delle differenze riduce errori e costi. L’Italia è l’unico Paese che vanta, dal 2018, una legge dedicata alla medicina di genere. In Lombardia si lavora con strategie di rete. Occorre colmare il gap culturale nella formazione accademica”.
Il dottor Giovanni Seveso, medico specialista in Scienza dell'Alimentazione e Dietetica, socio co-fondatore e componente del Consiglio Direttivo della IULM FOOD ACADEMY dell’Università IULM di Milano, direttore scientifico del progetto I Lunedì Rhodensi dell'Alimentazione, ha affrontato gli aspetti nutrizionali: “Gli uomini consumano più carne, alcol e cibi salati delle donne, che invece prediligono frutta, verdura e latticini e consumano pasti più regolari. Le donne soffrono più di anoressia e bulimia. Nella donna la disfunzione microvascolare appare collegata a sovrappeso e obesità, nell’uomo l’ipertensione è associata maggiormente a questa problematica. Occorre fare attenzione alla distribuzione del grasso. La Sindrome metabolica con obesità addominale ha parametri diversi: secondo gli studi la circonferenza della vita di una donna dovrebbe essere pari a 80 centimetri, quella di un uomo pari a 94. Il tessuto adiposo genera infiammazioni che minacciano la salute: fino ai 50 anni vale di più per gli uomini, dopo i 60 per le donne, perché la menopausa incide. La Sindrome metabolica è una malattia comune e spesso sottovalutata, che porta al rischio di diabete di tipo 2 e allo scompenso cardiaco, a danni di microcircolazione che portano guai al cuore spesso silenti”. Seveso ha nuovamente elogiato la dieta mediterranea, ricordando a tutti l’importanza di mangiare in modo sano.
La dottoressa Flavia Musco, responsabile U.O.D Chirurgia Senologica di ASST Rhodense, si è concentrata sulla prevenzione per i tumori al seno: “Una donna su 8 è a rischio. Ma nell’88 per cento dei casi oggi si ha una sopravvivenza sopra i 5 anni. Tante donne operate o curate vivono e stanno bene. E’ fondamentale impedire lo sviluppo dei piccoli noduli o, altrimenti, limitarne gli effetti: una diagnosi precoce aiuta ad attivare terapie meno pesanti. Anche le cellule adipose influiscono sul tumore al seno, l’obesità è un fattore di rischio. E vale anche per gli uomini”. Flavia Musco ha raccomandato l’adesione allo Screening che Regione Lombardia propone: “Riduce del 35 per cento il rischio di morte. Eppure abbiamo ancora scarse adesioni, meno del 60 per cento delle donne dai 40 anni in su. Mammografia ed ecografia, insieme alla visita senologica, sono pezzi di un unico puzzle. Noi vogliamo curare la persona e non la mammella, lo facciamo con un team multidisciplinare e invitiamo a farsi avanti per esami diagnostici in caso di dubbio. Le pazienti trattate nelle Breast Unit, come quella di Rho, hanno un incremento della percentuale di guarigione del 18 per cento”.
Prevenzione vuol dire entro i 30 anni almeno una ecografia mammaria bilaterale; tra i 30 e i 40 ecografia mammaria annuale; dai 40 mammografia annuale più ecografia. Lo screening prevede mammografia annuale tra i 45 e i 49 anni, ogni due anni per le donne dai 50 ai 74. Oltre si consiglia di proseguire in ogni caso. Il numero di riferimento è 800255155.
Al dottor Ambrogio Frigerio, direttore S.C. Ginecologia e Ostetricia P.O di Rho, è spettato focalizzare ulteriormente l’attenzione sulla prevenzione: “Su 100mila donne i casi di tumore attesi sono 4 alla cervice, 30 all’endometrio, 16 a ovaio / tuba, 1 alla vulva. Il tumore dell’ovaio non è prevenibile, quello all’endometrio si individua se ci sono perdite ematiche atipiche. Tra i fattori protettivi ci sono le multigravidanze, l’allattamento e anche l’uso della pillola. Lo screening regionale invita le donne i 25 e i 29 anni a eseguire un Pap test ogni tre anni; le donne tra i 30 e i 64 anni sono invitate a un test HPV ogni 5 anni. Il Pap test esiste dal 1940, non è invasivo e permette di proteggere molte donne. Nel 1983 si è scoperta la valenza virale del Papilloma virus: le vaccinazioni si propongono dal 2006. Dunque, invitiamo ad aderire allo screening a chiamata, al piano vaccinale anti HPV e anche a non temere le terapie ormonali, se prescritte dallo specialista. Inoltre prestate attenzione alle perdite ematiche post menopausa”.
Frigerio ha anche affrontato con la collega Musco alcuni falsi miti tra cui il fatto che la pillola favorisca il tumore alla mammella: di fatto, un minimo rischio si può registrare, al contempo però la pillola risulta protettiva sia per il tumore all’endometrio che per quello ovarico. Il direttore della Ginecologia ha anche parlato di maternità dopo il tumore al seno: “E’ possibile ed è sicura e la fertilità diventa parte integrante del percorso di cura e di qualità della vita. Per tutte le donne in età fertile che desiderano una gravidanza ma hanno in corso malattia oncologica anche a Rho è possibile la crioconservazione degli ovociti”. Una notizia che ha confermato ai presenti quanto l’Asst Rhodense sia all’avanguardia anche su questo fronte.
Il Sindaco Andrea Orlandi, presente accanto al Vicesindaco Maria Rita Vergani, ha ringraziato i medici intervenuti e Asst Rhodense per la collaborazione e ha esortato i cittadini e le cittadine a seguire le raccomandazioni sulla prevenzione. Il Comune di Rho proporrà il prossimo 15 novembre in piazza Jannacci, proprio in occasione dell’Ottobre Rosa della prevenzione per i tumori al seno, la presenza di un camper attrezzato per ecografie e mammografie e di medici esperti. Oltre alla prevenzione per i tumori al seno, si metteranno in atto anche la prevenzione dedicata alle malattie cardiovascolari e il monitoraggio della glicemia.
L’iniziativa è voluta dall’assessorato alle Pari opportunità guidato da Alessandra Borghetti e ideata insieme con il vicesindaco Maria Rita Vergani, per i i contatti con l'Associazione Comitato Progetti Sociali ETS per il progetto “SaLute in Comune”. Prossimamente saranno forniti tutti i dettagli.
La serata presentata da Paola Cupetti, Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, è stata patrocinata da Iulm Food Academy, Lions club RhoFiera 2017, Sistema Socio Sanitario Regione Lombardia ASST Rhodense e Lampada di Aladino.
“Sesso e genere non sono sinonimi. La medicina di genere studia l’influenza del sesso e del genere (accezione sociale, psicologica, culturale, etnica, educativa e religiosa) sulla fisiologia, fisiopatologia, sulla farmacologia e sulla riabilitazione. Dunque, curare un uomo o una donna è cosa ben diversa”. Con queste brevi e chiare definizioni la dottoressa Franca Di Nuovo ha precisato cosa sia la medicina di genere, di cui tanto si parla e poco si sa. L’occasione è stata fornita dal Comune di Rho nel Lunedì dell’Alimentazione del 6 ottobre, all’Auditorium di via Meda: un incontro cui hanno partecipato tanti rhodensi, sia donne sia uomini, a dimostrazione che il termine medicina di genere ha incuriosito un vasto pubblico.
Franca Di Nuovo, referente per la Medicina di Genere in Regione Lombardia e Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASST Rhodense, ha illustrato con diversi esempi le differenze tra i due sessi dal punto di vista della medicina: “Non siamo uguali, eppure prendiamo gli stessi farmaci, tarati però su un maschio sano, giovane, del peso di 80 chilogrammi. Farmaci che su uomini o donne possono generare effetti collaterali differenti. Abbiamo sintomi diversi: ad esempio, in caso di infarto un uomo avverte un forte dolore al braccio sinistro, che sale fino al cuore, mentre una donna prova forte sudorazione e affanno. Sintomi, prevenzione, persino la riabilitazione sono diversi. Occorre studiare tutto questo e sapere che parlare di “sesso” significa indicare fattori biologici, parlare di “genere” comporta considerare il vissuto di una persona. Dunque, non solo uomini e donne si curano diversamente, ma bambini, anziani o persone con disabilità si curano per i loro bisogni specifici. Dobbiamo abbattere il concetto che tutti si possano curare con lo stesso prototipo e muoverci verso una maggiore equità”.
La medicina di genere è nata negli Stati Uniti, nel 1991, grazie alla cardiologa Bernardine Healy. Da allora si è capito che occorre valutare diversi aspetti. Così ha ricordato Di Nuovo: “Il cancro alla mammella, ad esempio, può colpire anche un uomo, come l’osteoporosi. Eppure per loro non c’è prevenzione. Tenere conto delle differenze riduce errori e costi. L’Italia è l’unico Paese che vanta, dal 2018, una legge dedicata alla medicina di genere. In Lombardia si lavora con strategie di rete. Occorre colmare il gap culturale nella formazione accademica”.
Il dottor Giovanni Seveso, medico specialista in Scienza dell'Alimentazione e Dietetica, socio co-fondatore e componente del Consiglio Direttivo della IULM FOOD ACADEMY dell’Università IULM di Milano, direttore scientifico del progetto I Lunedì Rhodensi dell'Alimentazione, ha affrontato gli aspetti nutrizionali: “Gli uomini consumano più carne, alcol e cibi salati delle donne, che invece prediligono frutta, verdura e latticini e consumano pasti più regolari. Le donne soffrono più di anoressia e bulimia. Nella donna la disfunzione microvascolare appare collegata a sovrappeso e obesità, nell’uomo l’ipertensione è associata maggiormente a questa problematica. Occorre fare attenzione alla distribuzione del grasso. La Sindrome metabolica con obesità addominale ha parametri diversi: secondo gli studi la circonferenza della vita di una donna dovrebbe essere pari a 80 centimetri, quella di un uomo pari a 94. Il tessuto adiposo genera infiammazioni che minacciano la salute: fino ai 50 anni vale di più per gli uomini, dopo i 60 per le donne, perché la menopausa incide. La Sindrome metabolica è una malattia comune e spesso sottovalutata, che porta al rischio di diabete di tipo 2 e allo scompenso cardiaco, a danni di microcircolazione che portano guai al cuore spesso silenti”. Seveso ha nuovamente elogiato la dieta mediterranea, ricordando a tutti l’importanza di mangiare in modo sano.
La dottoressa Flavia Musco, responsabile U.O.D Chirurgia Senologica di ASST Rhodense, si è concentrata sulla prevenzione per i tumori al seno: “Una donna su 8 è a rischio. Ma nell’88 per cento dei casi oggi si ha una sopravvivenza sopra i 5 anni. Tante donne operate o curate vivono e stanno bene. E’ fondamentale impedire lo sviluppo dei piccoli noduli o, altrimenti, limitarne gli effetti: una diagnosi precoce aiuta ad attivare terapie meno pesanti. Anche le cellule adipose influiscono sul tumore al seno, l’obesità è un fattore di rischio. E vale anche per gli uomini”. Flavia Musco ha raccomandato l’adesione allo Screening che Regione Lombardia propone: “Riduce del 35 per cento il rischio di morte. Eppure abbiamo ancora scarse adesioni, meno del 60 per cento delle donne dai 40 anni in su. Mammografia ed ecografia, insieme alla visita senologica, sono pezzi di un unico puzzle. Noi vogliamo curare la persona e non la mammella, lo facciamo con un team multidisciplinare e invitiamo a farsi avanti per esami diagnostici in caso di dubbio. Le pazienti trattate nelle Breast Unit, come quella di Rho, hanno un incremento della percentuale di guarigione del 18 per cento”.
Prevenzione vuol dire entro i 30 anni almeno una ecografia mammaria bilaterale; tra i 30 e i 40 ecografia mammaria annuale; dai 40 mammografia annuale più ecografia. Lo screening prevede mammografia annuale tra i 45 e i 49 anni, ogni due anni per le donne dai 50 ai 74. Oltre si consiglia di proseguire in ogni caso. Il numero di riferimento è 800255155.
Al dottor Ambrogio Frigerio, direttore S.C. Ginecologia e Ostetricia P.O di Rho, è spettato focalizzare ulteriormente l’attenzione sulla prevenzione: “Su 100mila donne i casi di tumore attesi sono 4 alla cervice, 30 all’endometrio, 16 a ovaio / tuba, 1 alla vulva. Il tumore dell’ovaio non è prevenibile, quello all’endometrio si individua se ci sono perdite ematiche atipiche. Tra i fattori protettivi ci sono le multigravidanze, l’allattamento e anche l’uso della pillola. Lo screening regionale invita le donne i 25 e i 29 anni a eseguire un Pap test ogni tre anni; le donne tra i 30 e i 64 anni sono invitate a un test HPV ogni 5 anni. Il Pap test esiste dal 1940, non è invasivo e permette di proteggere molte donne. Nel 1983 si è scoperta la valenza virale del Papilloma virus: le vaccinazioni si propongono dal 2006. Dunque, invitiamo ad aderire allo screening a chiamata, al piano vaccinale anti HPV e anche a non temere le terapie ormonali, se prescritte dallo specialista. Inoltre prestate attenzione alle perdite ematiche post menopausa”.
Frigerio ha anche affrontato con la collega Musco alcuni falsi miti tra cui il fatto che la pillola favorisca il tumore alla mammella: di fatto, un minimo rischio si può registrare, al contempo però la pillola risulta protettiva sia per il tumore all’endometrio che per quello ovarico. Il direttore della Ginecologia ha anche parlato di maternità dopo il tumore al seno: “E’ possibile ed è sicura e la fertilità diventa parte integrante del percorso di cura e di qualità della vita. Per tutte le donne in età fertile che desiderano una gravidanza ma hanno in corso malattia oncologica anche a Rho è possibile la crioconservazione degli ovociti”. Una notizia che ha confermato ai presenti quanto l’Asst Rhodense sia all’avanguardia anche su questo fronte.
Il Sindaco Andrea Orlandi, presente accanto al Vicesindaco Maria Rita Vergani, ha ringraziato i medici intervenuti e Asst Rhodense per la collaborazione e ha esortato i cittadini e le cittadine a seguire le raccomandazioni sulla prevenzione. Il Comune di Rho proporrà il prossimo 15 novembre in piazza Jannacci, proprio in occasione dell’Ottobre Rosa della prevenzione per i tumori al seno, la presenza di un camper attrezzato per ecografie e mammografie e di medici esperti. Oltre alla prevenzione per i tumori al seno, si metteranno in atto anche la prevenzione dedicata alle malattie cardiovascolari e il monitoraggio della glicemia.
L’iniziativa è voluta dall’assessorato alle Pari opportunità guidato da Alessandra Borghetti e ideata insieme con il vicesindaco Maria Rita Vergani, per i i contatti con l'Associazione Comitato Progetti Sociali ETS per il progetto “SaLute in Comune”. Prossimamente saranno forniti tutti i dettagli.
La serata presentata da Paola Cupetti, Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, è stata patrocinata da Iulm Food Academy, Lions club RhoFiera 2017, Sistema Socio Sanitario Regione Lombardia ASST Rhodense e Lampada di Aladino.
A cura di
Con l'App è meglio!
Sapevi che puoi leggere questo Avviso anche sull'App ufficiale del comune?
Ultimo aggiornamento pagina: 08/10/2025 12:44:18