Descrizione
Auditorium Padre Reina - via Meda 20
giorni di proiezione sono martedì (ore 17 e 21) e mercoledì (ore 21)
giorni di proiezione sono martedì (ore 17 e 21) e mercoledì (ore 21)
martedì 18 e mercoledì 19 luglio
Qualcosa di strano si aggira per le stradine di San Michele al Tagliamento, paesino del Nord-Est italiano. Un vicino bellicoso vuole ottenere giustizia per la selva indomata del dirimpettaio, una persona viene ritrovata morta vicino ai binari del treno, uno strano individuo si aggira per le viette di campagna con fare losco. Potrebbe essere l’inizio di un noir, potrebbe sfociare in un western contemporaneo o forse aprirsi a una romantica fuga d’amore.
«Gigi è nella vita come lo si vede nel film. La sfida era quella di mostrare il Gigi che conosco, il maggior numero di sfaccettature possibili, e il mio punto di vista su di lui. Ma naturalmente, una volta che metti la macchina da presa davanti a qualcuno, la realtà cambia. Abbiamo costruito una struttura complicata di situazioni per creare un mondo parallelo che fosse reale per Gigi. Tutto ciò che accade e che dice è reale, tutti i suoi colleghi sono reali. Solo la giovane collega è un’attrice, ma anche la situazione in cui riceve un nuovo collega con cui parla alla radio è reale. Gigi è una persona che recita molto facilmente nella vita. È un modo per lui di trovare la giusta distanza e di difendersi da questo mondo chiuso che lo circonda. I colleghi gli hanno affibbiato il soprannome di “Gigi la legge” per prenderlo in giro perché fa tutto in modo sbagliato. Gigi lo sa, è molto intelligente e raffinato. Assomiglia a uno di questi personaggi leggendari, e il film è in un certo senso un omaggio a questi tipici personaggi di paese.» (Alessandro Comodin)
«Sempre attento osservatore di personaggi “atipici” che si situano ai margini di una società ipertecnologica e iper performante dominata dal maschio cisgenere, Alessandro Comodin si interessa, per il suo ultimo lungometraggio Gigi la legge, a suo zio, un vigile di campagna che vive in una cittadina nel nord dell’Italia (regione della quale il regista è originario). In uno sforzo sovrumano di indagare una società, quella periferica dell’Italia settentrionale dominata da un “far niente” che di dolce ha ormai ben poco, Alessandro Comodin segue le peripezie di suo zio in una sorta di huis clos che si riassume quasi esclusivamente all’abitacolo della sua macchina di funzione. […] Attraverso suo zio, Comodin ci regala il ritratto pudico e poetico di una società tragicamente soffocata da una mascolinità egemonica invadente e limitante che impedisce alla fragilità di esprimersi in tutta la sua rivoluzionaria bellezza.» (Giorgia Del Don, cineuropa.org)
«Gigi è nella vita come lo si vede nel film. La sfida era quella di mostrare il Gigi che conosco, il maggior numero di sfaccettature possibili, e il mio punto di vista su di lui. Ma naturalmente, una volta che metti la macchina da presa davanti a qualcuno, la realtà cambia. Abbiamo costruito una struttura complicata di situazioni per creare un mondo parallelo che fosse reale per Gigi. Tutto ciò che accade e che dice è reale, tutti i suoi colleghi sono reali. Solo la giovane collega è un’attrice, ma anche la situazione in cui riceve un nuovo collega con cui parla alla radio è reale. Gigi è una persona che recita molto facilmente nella vita. È un modo per lui di trovare la giusta distanza e di difendersi da questo mondo chiuso che lo circonda. I colleghi gli hanno affibbiato il soprannome di “Gigi la legge” per prenderlo in giro perché fa tutto in modo sbagliato. Gigi lo sa, è molto intelligente e raffinato. Assomiglia a uno di questi personaggi leggendari, e il film è in un certo senso un omaggio a questi tipici personaggi di paese.» (Alessandro Comodin)
«Sempre attento osservatore di personaggi “atipici” che si situano ai margini di una società ipertecnologica e iper performante dominata dal maschio cisgenere, Alessandro Comodin si interessa, per il suo ultimo lungometraggio Gigi la legge, a suo zio, un vigile di campagna che vive in una cittadina nel nord dell’Italia (regione della quale il regista è originario). In uno sforzo sovrumano di indagare una società, quella periferica dell’Italia settentrionale dominata da un “far niente” che di dolce ha ormai ben poco, Alessandro Comodin segue le peripezie di suo zio in una sorta di huis clos che si riassume quasi esclusivamente all’abitacolo della sua macchina di funzione. […] Attraverso suo zio, Comodin ci regala il ritratto pudico e poetico di una società tragicamente soffocata da una mascolinità egemonica invadente e limitante che impedisce alla fragilità di esprimersi in tutta la sua rivoluzionaria bellezza.» (Giorgia Del Don, cineuropa.org)
Video
Indirizzo
Viale Filippo Meda, 20, 20017 Rho MI
Mappa
Indirizzo: Viale Filippo Meda, 20, 20017 Rho MI
Coordinate: 45°31'35,4''N 9°2'29,5''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Costo
Gratuito
Organizzato da
Comune di Rho con Barz and hippo
Contatti
Nome | Descrizione |
---|---|
rho@barzandhippo.com | |
Sito web | http://www.cinemarho.it (Apre il link in una nuova scheda) (Apre il link in una nuova scheda) |
Telefono | 02.953.39.774 |
Cellulare | 347.45.12.456 (anche informazioni per le scuole) |
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Ultimo aggiornamento pagina: 05.06.2023 12:45:06